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Nigeria: nuovi attacchi dei Boko Haram, sospesi gli aiuti umanitari a Maiduguri

Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 30 luglio 2016

L’ONU ha temporaneamente sospeso tutti gli aiuti umanitari al Borno State, ex-roccaforte di Boko Haram.


Un convoglio di aiuti umanitari, scortato da militari nigeriani, è stato attaccato giovedì da uomini armati, presumibilmente appartenenti ai sanguinari terroristi, mentre viaggiava da Bama a Maiduguri, la capitale del Borno State.

Il portavoce dell’esercito nigeriano, Sani Usman, ha confermato che  durante l’imboscata sono stati feriti tre civili, tra loro un membro dello staff dell’UNICEF (Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia) e un altro di un’organizzazione umanitaria e due soldati. Tutti sono stati trasferiti immediatamente in un ospedale di Maiduguri e le loro condizioni sono stabili.

Solo pochi giorni fa l’UNICEF aveva annunciato in un documento che proprio nel Borno State, nel nord-est della Nigeria, quasi duecentocinquantamila bambini sono affetti da malnutrizione acuta grave.  E si stima che uno su cinque morirà se non sarà sottoposto alle terapie appropriate immediatamente.

Manuel Fontaine, direttore regionale dell’UNICEF per l’Africa  centrale e occidentale nel suo appello ha chiesto la collaborazione urgente di tutti donatori e partner per evitare la morte di questi bambini, sottolineando: “Nessuno può affrontare una tale tragedia da solo”.

Fontaine ha inoltre precisato:” Nel Borno State oltre due milioni di persone non possono ancora essere raggiunte, dunque la reale portata della crisi umanitaria in atto in quello Stato del colosso dell’Africa non è ancora stata resa nota al mondo”.

Anche se buona parte dei territori nel nord-est della Nigeria sono stati riconquistati dalle truppe nigeriane e dai suoi alleati (Ciad, Camerun, Niger) nella lotta contro i sanguinari Boko Haram, alcune zone sono ancora controllate dai terroristi e dunque difficilmente accessibili.

Negli ultimi sette anni sono state uccise oltre ventimila persone nel nord-est della ex-colonia britannica, oltre due milioni di persone hanno dovuto lasciare le loro case e si sono rifugiate nei Paesi limitrofi o in campi per sfollati a causa dei continui assalti di Boko Haram.

Quest’ultimo attacco non ha solo ferito membri dello staff di organizzazioni umanitarie e soldati nigeriani, ma ha messo a rischio la vita di un quarto di milione di bambini innocenti. Si stima che ogni giorno moriranno centotrentaquattro creature di grave malnutrizione acuta.

Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes

Africa ExPress
Abuja, 31 luglio 2016

In un breve comunicato il rappresentante del Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF) in Nigeria, Jean Gough, ha fatto sapere che l’Organizzazione ha ripreso le attività nel Borno State, nel nord-est dell’ex-colonia britannica.

Dopo un attacco ad un convoglio di aiuti umanitari da parte di uomini armati appartenenti probabilmente ai sanguinari jihadisti Boko Haram, l’UNCEF aveva sospeso temporaneamente il proprio sostegno alle popolazioni del Borno State. Durante l’imboscata sono stati feriti un membro dello staff dell’UNICEF ed un altro operatore di un’organizzazione umanitaria, un terzo civile e due soldati delle truppe nigeriane addette alla scorta del convoglio. (http://www.africa-express.info/2016/07/30/14210/)

Gli aiuti umanitari dell’UNICEF sono indispensabili in questo momento: la vita di quasi duecentocinquantamila bambini  del Borno State è a rischio perché affetti da malnutrizione acuta grave . Senza gli aiuti e le terapie mediche appropriate, molti di loro andrebbero in contro a morte certa. E’ una responsabilità che nessuno vuole avere sulla propria coscienza.

La fame è una vera e propria arma da guerra, una tattica bellica antica: è a costo zero, l’attaccante non corre rischi e la morte è garantita.

Africa ExPress

Cornelia Toelgyes

Giornalista, vicedirettore di Africa Express, ha vissuti in diversi Paesi africani tra cui Nigeria, Angola, Etiopia, Kenya. Cresciuta in Svizzera, parla correntemente oltre all'italiano, inglese, francese e tedesco.

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