Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
Firenze, 25 luglio 2016
Il giornalista e il libro
Andrea Spinelli Barrile, giornalista freelance, viene a conoscenza del caso Berardi, imprenditore italiano dimenticato nelle galere del dittatore Obiang, e comincia scrivere articoli facendone diventare un caso italiano ed europeo dal quale nasce il libro. Il giornalista diventa il suo principale interlocutore insieme Stefano, fratello di Roberto che vive in Germania.
Berardi riesce a far arrivare in Italia un video di pochi secondi della sua condizione in carcere che viene trasmesso sui TG di mezzo mondo. Amnesty International, la Croce Rossa Internazionale a altre ong per i diritti umani fanno pressione sull’opinione pubblica. Il caso Berardi diventa internazionale. I figli si incatenano davanti all’ambasciata della Guinea Equatoriale a Roma e nella sua città, Latina, la popolazione organizza una fiaccolata in piazza per la sua liberazione. Aumenta la pressione sul piccolo stato africano.
La ferita più dolorosa
Una cosa però ferisce Berardi più delle torture, le sevizie, le frustate e i lunghi mesi al buio in isolamento: l’assenza e il silenzio assordante delle autorità italiane che non si sono nemmeno presentate al processo farsa. Si sono fatte vive solo per convincerlo a firmare la sua confessione di colpevolezza per ottenere la grazia e farlo uscire dal Paese, cosa che Berardi rifiuta.
Solo Luigi Manconi, presidente della Commissione Diritti umani del Senato, segue da vicino l’inferno dell’imprenditore e nell’ultimo periodo della sua detenzione c’è il corrispondente consolare Massimo Spano che gli sta vicino.
Il libro, scritto a quattro mani, descrive un’esperienza terribilmente reale che tiene il lettore letteralmente incollato alle pagine e lo informa sul piccolo stato africano che galleggia sul petrolio dove Teodoro, la Gran Dama Constancia Mangue de Obiang e il figlio Teodorin, come vampiri dissanguano quotidianamente il Paese succhiandone tutta la ricchezza, un Pil pro capite di 23 mila dollari ma la popolazione vive con un dollaro al giorno. Un Paese con grandi potenzialità, governato con il pugno di ferro nel quale non c’è spazio per l’opposizione e dove vengono e calpestati i più elementari diritti umani.
La libertà
Roberto Berardi esce dall’incubo dopo due anni e mezzo e 30 kg in meno e, finalmente, il 14 luglio 2015 riesce ad abbracciare la sua famiglia e i suoi amici in Italia. Fino all’ultimo momento il Principe Teodorin dopo la scadenza della pena ha cercato di trattenere il suo prigioniero privato allungandone la prigionia di un mese.
(2/2 Fine)
La prima puntata si trova qui:
http://www.africa-express.info/2016/07/22/guinea-equatoriale-in-un-libro-linferno-vissuto-da-un-italiano-vittima-della-feroce-dittatura-obiang-1/
Sandro Pintus
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