Dal Nostro Inviato Speciale
Massimo A. Alberizzi
Nairobi, 18 luglio 2016
Alfred Taban, direttore del quotidiano indipendente Juba Monitor e collaboratore di Africa ExPress, è stato arrestato dalle forze di sicurezza sud sudanesi che gli hanno messo le manette domenica mentre era in chiesa per una funzione religiosa. Gli agenti hanno aspettato che finisse di pregare e l’hanno portato via. Alfred è molto malato è la detenzione rischia di ucciderlo.
Assieme a lui gli agenti cercavano anche la sua vice, Ann Nimiriano Nunu Siya. Ann ha raccontato di una telefonata ricevuta da qualcuno che la avvisava delle intenzioni degli agenti delle sicurezza. Alfred ha scritto un editoriale, pubblicato dal Juba Tribune venerdì scorso, in cui spiegava che la soluzione per una pace duratura nel giovanissimo Stato era l’allontanamento dal potere del presidente Salva Kiir e del suo vice Rieck Machar.
“L’articolo non è piaciuto – ha spiegato al telefono con Africa ExPress un giornalista del quotidiano – perché, hanno detto gli agenti, incita alla violenza e a rovesciare il govero. Non è vero ma non gli hanno lasciato nemmeno il tempo di spiegare le sue ragioni. L’hanno portato via alle 4 del pomeriggio e hanno ordinato l’immediata sospensione della nostra pubblicazione”.
L’articolo di Alfred sicuramente è chiaro e altrettanto sicuramente deve aver irritato i due leader. Scrive il nostro collaboratore sul Juba Monitor: “Salva Kiir e Rieck Machar devono andarsene perché hanno dimostrato di non essere in grado di assicurare al Paese pace e prosperità. Hanno completamente fallito il loro compito. Non sono stati neppure in grado di controllare i loro soldati che hanno ammazzato decine di civili inermi, stuprato le donne, taglieggiato la popolazione e saccheggiato beni di proprietà private. Infine hanno dichiarato il cessato il fuoco solo dopo che decine di persone innocenti erano state ammazzate”.
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Conosco Alfred da oltre 20 anni, quando in Sudan lavorava per la Reuters. Appartiene a una piccola tribù, la bari, di origine nilotica, che non ha nulla a che fare con i gruppi etnici maggioritari: i dinka, i nuer, gli shilluk. Questo ovviamente gli permette di essere un giornalista senza interessi personali, di parte o tribali. Come sempre in questi casi le verità non piacciono ai politici ma quello che ha scritto Alfred ora lo pensano in tanti. In Sud Sudan e nelle capitali occidentali. E’ impossibile per Kiir e Machar convivere nello stesso governo, quindi è meglio che i due rinuncino spontaneamente al potere altrimenti c’è il rischio guerra perpetua.
Altred Taban è finito parecchie volte in carcere quando i due Sudan erano una nazione sola. Allora dirigeva a Khartoum il Sudan Monitor e dalle colonne del suo giornale lottava con la penna per l’indipendenza del suo Paese. I servizi di sicurezza del Paese e del suo dittatore Omar A Basir sono stati prodighi di manette con lui.
Africa ExPress, i suoi giornalisti chiedono l’immediata liberazione del collega. Rivolgiamo un appello – che chiediamo a Amnesty International, Articolo 21 e a Reporter sans Frontieres di veicolare – al presidente Salva Kiir perché Alfred possa tornare immediatamente al suo prezioso lavoro. In nome della salvaguardia dei diritti umani che il presidente sud sudanese si era impegnato a rispettare nel suo discorso tenuto a Juba il giorno dell’indipendenza il 9 luglio 2011.
Massimo A. Alberizzi
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