Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 30 giugno 2016
Mercoledì scorso 29 giugno, diciasette dissidenti non violenti, tra loro anche il rapper Luaty Beiaro, hanno potuto lasciare la galera su ordine della Corte Suprema angolana.
Gli oppositori erano stati condannati a pene di detenzione severe alla fine di marzo, giudicati colpevoli di aver organizzato lo scorso giugno una lettura pubblica del libro di Gene Sharp, filosofo, politico e intellettuale americano, conosciuto per i suoi studi sulla nonviolenza e sulla disobbedienza civile: “Dalla dittatura alla democrazia. Come abbattere un regime”. (http://www.africa-express.info/2016/03/31/pugno-di-ferro-del-regime-diciassette-dissidenti-pacifici-in-galera/).
Attualmente i dissidenti si trovano in libertà condizionata con obbligo di residenza, finché i giudici della più alta istituzione giudiziaria angolana non si pronunceranno definitivamente .
La ricercatrice per l’Angola di Human Rights Watch ha espresso la sua piena soddisfazione perché l’Alta Corte ha fatto rispettare la legge nella ex-colonia portoghese.
Diverse organizzazioni per la difesa dei diritti avevano appreso con indignazione il verdetto di primo grado del Tribunale Provinciale di Luanda, la capitale del Paese. In particolare Amnesty International aveva ritenuto ingiustificabile le condanne inflitte ai militanti pacifisti.
Josè Edoardo dos Santos ricopre la carica di presidente dell’Angola dal 1979, e, come molti governanti africani, anche lui si è trasformato da combattente per la libertà in feroce dittatore. Dos Santos ha conferito gli incarichi più importanti ai familiari. Solo poche settimane fa ha nominato la figlia prediletta Isabel, la donna più ricca di tutta l’Africa, a capo della compagnia statale di petrolio, la Sonangol (http://www.africa-express.info/2016/06/03/il-dittatore-angolano-nomina-la-figlia-a-capo-della-compagnia-statale-del-petrolio/).
Cornelia I.Toelgyes
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