Guinea Equatoriale, Dipartimento del Tesoro Usa continua indagini su Teodorino Obiang

Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
Firenze, 15 maggio 2016

Un compound da $30mln di dollari Usa a Malibù, in California, varie auto extralusso, jet privato Gulfstream, Teodoro Nguema Obiang Mangue, figlio maggiore del presidente-dittatore della Guinea Equatoriale Teodoro Obiang, torna alla cronaca per ulteriori indagini del Dipartimento del Tesoro Usa sui suoi movimenti illeciti di denaro e riciclaggio.

La villa a Malibu, in California. In alto, Teodorino Obiang

Jennifer Shasky Calvery, direttore del Financial Crimes Enforcement Network (FinCen) del Dipartimento del Tesoro Usa, continua a scavare sull’acquisto nel 2008 della tenuta che si affaccia sull’oceano a Malibù.

Shasky Calvery, ha dichiarato che Nguema Obiang Mangue, già ministro dell’Agricoltura della Guinea Equatoriale, dal 2012 secondo vice presidente della piccola repubblica, conosciuto come Teodorino, “ha acquistato l’immobile con i proventi della corruzione.

Jet Gulfstream G500

Ha pagato in contanti attraverso un fornitore di servizi di una società di comodo per nascondere il suo coinvolgimento nella transazione, cosa che ha destato l’attenzione dei media e del Congresso”.

Il denaro contante, infatti, non è tracciabile nelle banche americane come accade con i mutui o i prestiti anche perché il governo Usa non chiede agli agenti immobiliari di monitorare i flussi di denaro dei loro clienti.

Il governo federale Usa, dal 2010, ha aumentato le risorse umane che si occupano del recupero di denaro sottratto dai cleptocrati. Oggi, secondo il New York Times, oltre alle squadre della Sicurezza interna e Fbi, include anche una dozzina di avvocati.

La politica del Dipartimento del Tesoro, non solo riguardo al 45enne Teodorino Obiang, è la vendita dei beni di lusso acquistati con denaro riciclato e restituire questi soldi ai Paesi ai quali sono stati sottratti. Secondo i Pubblici ministeri Teodorino è accusato di appropriazione indebita aggravata ed estorsione verso il suo popolo.

Mappa della Guinea Equatoriale

Il problema è che, finché al potere ci sono politici corrotti legati a doppio filo con il presidente-dittatore Obiang al potere da 37 anni e appena rieletto, è impossibile restituire la ricchezza recuperata.

Il Dipartimento di Giustizia americano, in Guinea Equatoriale, ha difficoltà ad ottenere aiuto perché i testimoni per paura della prigione sono riluttanti a testimoniare contro il dittatore e i leader corrotti che sono al potere.

Nel piccolo stato africano, secondo in New York Times, il principale testimone contro il dittatore Obiang è rinchiuso in una cella delle patrie galere infestata di insetti e soggetto a torture e fustigazione.

Peccato che il 26 aprile scorso, il FinCen abbia annunciato che Jennifer Shasky Calvery ha lasciato da carica di direttore, fatto che potrebbe rallentare le indagini su Teodorino Obiang.

Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com
twitter: @sand_pin

Vedi anche:
Guinea Equatoriale, Teodorino comprava i cimeli di Michel Jackson con i soldi di Roberto Berardi, l’italiano che ha poi sbattuto in galera

Come previsto: il sanguinario Obiang rieletto presidente in Guinea Equatoriale

Crediti immagini:
– Mappa Guinea Equatoriale
Di Directorate of Intelligence, CIA – https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/geos/ek.html, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=25202422

Di Alvaro1984 18Opera propria, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=7410057

-Jet Gulfstream G500
By Wo st 01 / Wikimedia Commons, CC BY-SA 3.0 de, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=10975592

Sandro Pintus

Giornalista dal 1979, ha iniziato l'attività con Paese Sera. Negli anni '80/'90 in Africa Australe con base in Mozambico e in seguito in Australia e in missioni in Medio Oriente e Balcani. Ha lavorato per varie ong, collaborato con La Repubblica, La Nazione, L'Universo, L'Unione Sarda e altre testate, agenzie e vari uffici stampa. Ha collaborato anche con UNHCR, FAO, WFP e OMS-Hedip.

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