Speciale per Africa Express
Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 30 aprile 2016
Secondo l’ultimo rapporto della ONG britannica Action on Armed Violence (AOAV) i Boko Haram avrebbero aumentato i loro attacchi del 190 per cento nel 2015 rispetto all’anno precedente. Lo scorso anno i militanti del gruppo terroristico avrebbe effettuato ottantaquattro assalti, causando così la morte di 3.084 persone, delle quali il novantasei per cento erano civili; ciò significa l’uccisione di trentacinque persone in media per ogni aggressione.
Dal 2009 ad oggi hanno perso la vita oltre ventimila persone e quasi duemilioni hanno dovuto lasciare le loro case.
Muhammadu Buhari, presidente della Nigeria, ha ordinato alle forze dell’ordine di prendere severi provvedimenti contro i predoni di bestiame, pastori semi-nomadi Fulani (di religione musulmana), accusati di aver ammazzato centinaia di persone quest’anno.
Buhari ha chiesto ai militari e ai poliziotti di inseguire il gruppo che ha seminato morte ovunque nella ex-colonia britannica; oltre ai sanguinari terroristi Boko Haram, anche i pastori Fulani sembrano essere diventati un serio problema per la sicurezza pubblica.
Secondo il Vanguard, quotidiano nigeriano, all’inizio della settimana un gruppo di cinquecento fulani, armati di fucili, ha bruciato una chiesa e undici abitazioni nello Stato di Enugu. Quaranta persone sarebbero state uccise.
I fulani sono di origini antiche. Si ipotizza che siano i discendenti di una popolazione preistorica del Sahara, immigrata in seguito nell’attuale Senegal, per poi spostarsi verso l’anno 1000 d.C. lungo le rive del fiume Niger, alla ricerca di nuovi pascoli per le loro mandrie. A loro si deve la diffusione della religione islamica nell’Africa occidentale. Vivono in un territorio che va dalle coste dell’Oceano Atlantico a quelle del Mar Rosso.
Loro stessi si chiamano con il nome “fulbe” (singolare pullo, infatti in francese sono conosciuti come poel), vocabolo che deriva dalla lingua fufulde che significa “nuovo”.
Nel passato i fulani e gli agricoltori vivevano in armonia. I primi, grazie alle loro mandrie, fertilizzavano i campi dei secondi e offrivano latte e carne. In cambio ricevevano grano e altri prodotti agricoli. Con il passare degli anni questa pacifica convivenza è venuta meno. Anzi, si è trasformata in guerra e questo anche a causa dei cambiamenti climatici, sviluppo e incremento delle aree coltivabili da una parte e l’aumento delle mandrie dall’altra.
Questo conflitto d’interessi ha portato a scontri importanti un po’ ovunque, non solo in Nigeria, ma anche in tutto il Sahel, con la differenza sostanziale che in nel colosso africano gli agricoltori sono per lo più di religione cristiana, mentre i fulani sono musulmani.
Lo scorso mese di febbraio sono state ucciso oltre trecento persone dai pastori semi-nomadi e decine di migliaia sono dovute scappare dalle loro case, dai loro villaggi nello Stato centrale del Benue.
Secondo il global terrorism index 2015, milleduecento persone sarebbero stata ammazzate da diversi gruppi di fulani nel 2014 e in effetti i pastori nomadi fulani potrebbero diventare un problema ben più serio dei Boko Haram in Nigeria.
Pochi giorni fa il ministro francese della difesa, Jean-Yves Le Drian e Buhari hanno siglato un accordo sulla cooperazione militare ad Abuja, in particolare per contrastare i sanguinari Boko Haram. Il ministro della difesa nigeriano, Mansour Dan Ali, si è dichiarato soddisfatto di questa collaborazione contro la lotta al terrorismo, iniziata nel dicembre 2014 a Parigi.
Nello specifico, la Francia fornisce da tempo alla ex-colonia britannica immagini satellitari e altre riprese fatte dai caccia Rafale, basati in Ciad, che sorvolano quotidianamente la zona del Lago Ciad, dove i militanti di Shekau hanno campi di addestramento. I militari nigeriani vengono anche istruiti dai loro colleghi francesi nell’interpretazione delle immagini . La Francia ha ancora una grande influenza presso Paesi francofoni con i quali la Nigeria intende stringere ulteriori alleanze nella lotta contro i Boko Haram.
I Paesi della regione devono assolutamente rafforzare la cooperazione militare tra loro ancora insufficiente, malgrado la forza multinazionale mista che comprende ottomila uomini, se vogliono sconfiggere i terroristi.
L’accordo nigeriano-francese prevede anche la consultazione del governo transalpino per l’acquisto di equipaggiamento militare come droni e blindati leggeri .
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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