Panama papers (2), Africa: i politici e uomini (e donne) d’affari coinvolti

Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
Firenze, 27 aprile 2016

Dallo scandalo di Panama papers, vengono fuori parecchi nomi di politici e personaggi legati al business del petrolio, del mercato immobiliare, delle telecomunicazioni che, con società di comodo e conti bancari in paradisi fiscali, muovono capitali da una parte all’altra del pianeta. Eccone alcuni emersi dai leaks dello studio legale panamense Mossack-Fonseca.

Panama Papers

Sudafrica
Khulubuse Zuma è il nipote di Jacon Zuma, presidente della Repubblica sudafricana che rischia l’impeachment per attentato alla Costituzione. Di Khulubuse, Africa ExPress ne aveva parlato nel 2011 (Assalto al petrolio in Congo-K: contratti oscuri, società fantasma, trame segrete e investitori senza scrupoli e Assalto al petrolio in Congo K: i negoziati dell’ENI, i personaggi inquietanti e l’opposizione della società civile  riguardo alle attività della Caprikat Ltd nella Repubblica Democratica del Congo.

Posizione delle Isole Vergini britanniche (courtesy Google Maps)

La Caprikat Ltd, di cui Khulubuse è il rappresentante, riappare nei Panama Papers. È una delle due società offshore che nel 2010 ha acquisito giacimenti petroliferi per oltre 6 milioni di euro nella RDC ed è stata registrata nelle Isole Vergini britanniche, uno dei principali paradisi fiscali offshore. Il nipote del presidente sudafricano non commenta e lascia la parola al suo portavoce Vuyo Mkhize: “Il rapporto si limita a dire che Khulubuse è associato ad una società registrata offshore, non che è titolare un conto offshore”.

Repubblica Democratica del Congo
Nella RDC è passata sotto i riflettori di Panama papers Jaynet Désirée Kabila Kyungu, sorella gemella del presidente Joseph Kabila, figli del presidente congolese Laurent Kabila assassinato nel 2001 in un tentativo di colpo di stato.

Jaynet Désirée Kabila, ex parlamentare del Paese africano, è coinvolta nella Keratsu Holding Ltd con sede nel paradiso fiscale di Niue – isoletta di 260 kmq in mezzo all’oceano Pacifico – che ha partecipazioni in uno dei maggiori operatori di telefonia mobile della RDC. È presidente della Fondazione Laurent-Désiré Kabila e gestisce la Digital Congo, azienda di servizi media che comprende televisione, radio e internet.

Kenya

Kalpana Rawal, vice presidente della Suprema corte keniota

Kalpana Rawal, in Kenya, la chiamano Lady Justice. Vice presidente della Suprema corte keniota, Rawal nel 2012, è stata insignita dal presidente della repubblica Uhuru Kenyatta con l’onoreficienza “Elder of the Order of Burning Spear” per il servizi resi alla Nazione.

Secondo il Kenya Daily Nation, l’alto magistrato è collegata a 11 società offshore dei Caraibi e in quattro di queste è stata direttore e azionista. Il marito Hasmukhrai Rawalarit è stato direttore o azionista di sette società offshore nelle Isole Vergini, che utilizzava per acquistare o vendere proprietà nel Regno Unito.

Hasmukhrai è stato anche amministratore unico della Arklyn International Ltd attraverso la quale, nel 2005, ha acquistato e rivenduto due appartamenti a Londra pagati 2,9 mln di euro e venduti nel 2011 a quasi 4 mln di euro. Kalpana Rawal ha negato ogni accusa affermando che le sue attività di compra-vendita sono perfettamente legali nel Regno Unito.

Nigeria
James Ibori è l’ex governatore dello stato del Delta del Niger regione leader della Nigeria per la produzione di gas e petrolio. Dal 2012 è in prigione condannato dal tribunale di Londra per una frode da 62 mln di euro. Sta scontando 13 anni di reclusione.

Ibori era collegato a quattro società offshore tra le quali anche Stanhope Investments utilizzata per aprire un conto bancario in Svizzera e convogliare i fondi per il pagamento di un jet privato Bombardier Challenger 604 del valore di 17,7 mln di euro attraverso diverse società di comodo in tutto il mondo.

Angola

JoséMaria Botelho de Vasconcelos, ministro angolano del Pertolio

Secondo produttore di petrolio del continente africano dopo la Nigeria, anche in Angola l’oro nero è il filo conduttore dei capitali in fuga verso i paradisi fiscali. José Maria Botelho de Vasconcelos è il ministro del Petrolio del Paese africano e nel 2009 è stato anche presidente dell’ OPEC-Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio.

Il ministro angolano conosce bene il Ministero del Petrolio: ha occupato la preziosa poltrona tra il 1999 e il 2002 e di nuovo dal 2008 fino ad oggi. Botelho de Vasconcelos è stato indicato da Panama papers tra coloro che rappresentavano Medea Investments Ltd aperta nel 2001 a Niue.

Ghana
Anche Kojo Annan, figlio Kofi Annan – ex segretario generale Onu dal 1997 al 2006 – è menzionato nei file Mossack-Fonseca. L’azienda svizzera Cotecna, della quale è stato consulente, ha vinto un grosso contratto del programma umanitario Onu Oil-for-Food in Iraq.

Accusato di scorrettezza, una commissione indipendente ha verificato che non c’erano prove su eventuali influenze familiari riguardo al contratto Onu.

Kojo Annan è stato amministratore unico della società samoana Zaffiro Holding SA, registrata in origine nell’isola di Niue nel 2003. Nello stesso anno, secondo i dati del Regno Unito, ha acquistato un appartamento per un valore di 440 mila euro con fondi offshore.

Senegal
L’ex ministro senegalese Mamadou Pouye, durante la presidenza della repubblica di Abdoulaye Wade, è stato a capo di diversi dicasteri chiave. Amico di Karim Wade, figlio dell’ex presidente del Senegal, nel 2013 viene arrestato insieme a Karim che è accusato di aver accumulato illegalmente beni per un valore di 240 mln di dollari Usa.

Le autorità senegalesi hanno dichiarato che Pouye e Wade si sono arricchiti attraverso contratti con il governo per il porto, l’aeroporto e altre attività e Pouye viene condannato a cinque anni di carcere per concorso in arricchimento illegale.

Nel 2008 compare nel file di Mossack-Fonseca perché incarica lo studio legale di aprire un conto bancario per la società di Panama Seabury Inc. Tra il 2008 e il 2012, secondo i leaks, la Panamanian Latvae Group, di cui Pouye è azionista, e la Seabury ricevono milioni di dollari per i servizi di consulenza per il porto di Dakar, capitale del Senegal.

Fine
Leggi anche:
Panama papers (1), Oxfam: Africa perde $170 mld annui per mancate entrate fiscali

 

Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com
twitter: @sand_pin

Sandro Pintus

Giornalista dal 1979, ha iniziato l'attività con Paese Sera. Negli anni '80/'90 in Africa Australe con base in Mozambico e in seguito in Australia e in missioni in Medio Oriente e Balcani. Ha lavorato per varie ong, collaborato con La Repubblica, La Nazione, L'Universo, L'Unione Sarda e altre testate, agenzie e vari uffici stampa. Ha collaborato anche con UNHCR, FAO, WFP e OMS-Hedip.

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