Dal Nostro Corrispondente
Giorgio Maggioni
Antananarivo, 14 aprile 2016
Per la terza volta in tre anni c’è stato ieri un cambiamento al vertice del governo in Madagascar.
Olivier Mahafaly, ministro dell’interno uscente, ha sostituito il generale Jean Ravelonarivo dopo un week end perlomeno grottesco tra conferme e smentite successive delle dimissioni del primo ministro uscente.
In un primo momento venerdì sera il presidente della Repubblica Hery Rajaonarimampianina aveva annunciato pubblicamente le dimissioni del premier. Il mattino successivo, però, il primo ministro aveva smentito le sue dimissioni dichiarando di essere a conoscenza della richiesta avanzata dal capo dello Stato, ma aggiungendo che avrebbe aspettato a prendere una decisione definitiva solo dopo aver parlato con il suo clan politico e tribale.
Tutto si è risolto lunedì in mattinata quando il generale Ravelonarivo ha finalmente annunciato le dimissioni e come nuovo capo del governo è stato nominato l’ex ministro dell’interno.
Olivier Mahafaly, uomo di fiducia del presidente e ancor più della chiacchieratissima e importantissima first lady, è un originario del nord del paese. Ha sempre lavorato in ambito associazionistico e amministrativo ricoprendo cariche sempre più importanti. Il salto di qualità lo ha fatto come membro fondatore del partito presidenziale nel 2013 e successivamente come promotore della campagna per le elezioni amministrative.
Rimpiazza all’ultimo momento l’ex presidente Marc Ravalomanana che in un primo momento sembrava essere il più quotato nel ruolo di primo ministro, sia per assicurare una continuità politica a questo governo (e soprattutto a questa presidenza), sia per questioni legate al tribalismo del Madagascar che una sola volta dall’indipendenza vide un primo ministro e un presidente della repubblica appartenenti entrambi all’etnia dominante di Antananarivo.
Nonostante come ministro dell’interno non abbia avuto grandi risultati in quanto i punti nevralgici del suo dicastero, sicurezza nella capitale, problema dell’abigeato nel sud del paese e trasparenza nelle elezioni amministrative non siano stati risolti, gode comunque di una buona fiducia da parte degli organi internazionali in quanto membro di un governo che comunque ha lavorato per ristabilire una situazione di ritorno a uno stato di diritto ed è riuscito a riavviare l’economia locale oltre le più rosee aspettative con una crescita in constante aumento negli ultimi tre anni.
Giorgio Maggioni
Skype: warjock
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