Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 28 marzo 2016
La Guinea è in stato di allerta. Nel sud del Paesi sono stati segnalati undici nuovi sospetti casi di ebola, tutti bambini: tre di loro sono già morti. L’Unicef (il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia) ha lanciato l’allarme e chiede aiuti sanitari immediati per circoscrivere la letale infezione. Il micidiale virus ebola, dunque, continua mietere vittime. (http://www.africa-express.info/2016/03/19/ritorna-in-guinea-la-paura-di-ebola-tre-nuovi-morti/).
A metà marzo l’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) aveva segnalato i primi nuovi casi a Koropara, nella Prefettura di Nzérékoré, nell’estremo sud-est della ex-colonia francese, dove finora sona già morte quattro persone. Una quinta persona non è sopravvissuta al virus killer nella Prefettura di Macenta, che dista duecento chilometri da Koropara.
Fode Sylla Tass del coordinamento nazionale della lotta contro l’ebola ha dichiarato che la vittima deceduto a Macenta, un uomo, per sua stessa ammissione, si sia recato a Koropara dove ha avuto contatti diretti con le vittime. Purtroppo sembra che per il suo funerale non siano state applicate le precauzioni necessarie ed è stato seppellito nel cimitero del villaggio di Makoidou . In molti Paesi africani la tradizione vuole che la salma venga lavata prima della cerimonia; venire in contatto con un corpo infetto, anche se non più vivente, diventa un importante mezzo di trasmissione del virus.
Attualmente ottocentosedici persone sono state messe in quarantena, perché entrate in contatto diretto con gli ammalati e/o i morti di ebola. Gli esperti non hanno potuto appurare perché e come le persone della piccola comunità di Koropara abbiano potuto contrarre il terribile virus killer.
Come precauzione la Liberia ha nuovamente chiuso i confini con la Guinea martedì scorso, dopo la morte della quarta vittima. Il ministro dell’informazione, Lenn Eugene Nangbe, in un comunicato ha fatto sapere: “Abbiamo ordinato la chiusura delle frontiere con effetto immediato e non saranno riaperte finche la situazione in Guinea non migliorerà”.
Cornelia I. Toelgyes
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@cotoelgyes