Speciale per Africa ExPress
Davide Debernardi
Milano, 19 febbraio 2016
L’incubo della febbre gialla torna a colpire l’Angola, dove ha già ucciso cinquantun persone. La nuova ondata dell’epidemia si è presentata dopo una pausa di trent’anni.
Nelle ultime sei settimane solo a Viena, una periferia a est della capitale Luanda, sono stati registrati ventinove decessi, altre novantadue persone sono state colpite dal virus.
Adelaide de Carvalho, direttore della salute pubblica, attraverso un comunicato ha annunciato che sono state già infettate duecentoquarantuno persone; finora sono stati vaccinati solamente quattrocentocinquantamila abitanti della capitale su un totale di 1,6 milioni di residenti. Vista l’attuale condizione economica del Paese, vaccinare tutti i cittadini di Luanda sembra dunque un obiettivo difficilmente raggiungibile.
Le entrate della ex-colonia portoghese si basano per lo più sulle esportazioni di petrolio; il calo del settanta per cento del prezzo del greggio sta mettendo in crisi la terza più grande economia dell’Africa. Per far fronte alla crisi di bilancio, nel luglio 2015 il governo ha tagliato del trenta per cento i fondi alla sanità pubblica. Mentre l’amministrazione comunale della capitale ha ridotto il budget per la raccolta dei rifiuti, lasciando nel degrado più totale le periferie più povere delle città, diventate così terreno fertile per la proliferazione di zanzare, ratti, topi e quant’altro.
La febbre gialla è una febbre emorragica, provocata da un virus appartenente al genereFlavivirus (dal latino flavus, che significa giallo) cui appartengono anche i virus responsabili della dengue e della encefalite giapponese. La malattia colpisce principalmente gli esseri umani e le scimmie e si trasmette attraverso la puntura di zanzare Aedes. E’ endemica nelle aree tropicali dell’Africa, del Centro e del Sud America.
Nella maggior parte dei casi, la malattia si manifesta in forma asintomatica o con sintomi simili a quelli dell’influenza, come febbre, mal di testa, dolori muscolari e nausea, per poi entrare nella fase di “intossicazione” dove subentrano l’ittero (colorazione giallastra della pelle) ed emorragie interne e cutanee. Il decesso si presenta nel venti per cento dei casi più gravi. Non esiste una cura specifica per tale patologia, può essere prevenuta e controllata tramite campagne di vaccinazione di massa. Il paziente che supera la malattia, acquisisce un’immunità che dura per tutta la vita.
Non esiste una cura specifica per tale patologia, può essere prevenuta e controllata solamente tramite campagne di vaccinazione di massa. Il paziente che supera la malattia, acquisisce un’immunità che dura per tutta la vita.
L’Angola si trova in una zona geografica dove è fortemente raccomandata la vaccinazione, ma ciò non sembra preoccupare il governo del Paese.
Davide Debernardi
davidedebernardi@yahoo.it
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