AFRICA

Sono almeno 250 mila in tutto il mondo i bambini reclutati come soldati

Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 12 febbraio 2016

Si celebra oggi la giornata internazionale contro i bambini soldato. Il 12 febbraio rappresenta una data importante: esattamente quattordici anni fa è entrato in vigore il Protocollo opzionale alla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, riguardante l’uso dei minori nei conflitti armati. Nel Protocollo viene stabilito che nessun minore al di sotto del diciottesimo anno di età possa essere reclutato o partecipare attivamente nelle ostilità.

Sono centocinquantatrè gli Stati che hanno ratificato tale Protocollo, ma a tutt’oggi la situazione è ancora drammatica. In un comunicato l’ONU ha denunciato che nel 2015 sono stati almeno duecentocinquantamila i minori impiegati come soldati nei conflitti, sia da eserciti regolari, sia da bande armate.

Monrovia, LIBERIA: (FILES) A child soldier wearing a teddy bear backpack points his gun at a photographer in a street of Monrovia 27 June 2003 where Liberian President Charles Taylor’s forces took control of the city. At the iniatitve of French Foreign Minister Philippe Douste-Blazy, France will host 05 and 06 February 2007 in Paris an international conference on children involved in armed forces and armed groups called “Let US Free the Children of War”. Co-presided by Philippe Douste-Blazy and Ann M. Veneman, executive director of UNICEF, and in the presence of Radhika Coomaraswamy, the UN secretary-general?s special representative for children in armed conflict, the conference will bring together representatives of nearly 60 countries, including many ministers, the European Union, many international organizations, including the United Nations, and representatives of civil society, in particular former child soldiers and NGO leaders active on the ground. AFP PHOTO FILES GEORGES GOBET (Photo credit should read GEORGES GOBET/AFP/Getty Images)

La situazione è piuttosto nefasta in Nigeria, nella Repubblica centrafricana, nel Sud Sudan e nello Yemen, ma troviamo i ragazzini che imbracciano fucili anche in Iraq, Afghanistan, Siria.

“Anche quest’anno, il moltiplicarsi dei conflitti e la strategia brutale della guerra, hanno reso i bambini estremamente vulnerabili per il reclutamento” – ha sottolineato Leila Zerrougui, rappresentante speciale del Segretario Generale dell’ONU per i bambini a i conflitti armati.

I bambini soldato svolgono diverse funzioni durante la loro permanenza con le truppe regolari o non. C’è chi viene mandato al fronte, altri vengono impiegati come spie o informatori, altri ancora devono cucinare o sono destinati a fare i facchini, ma tutti sono esposti a violenze terrificanti. Sono testimoni, vittime o costretti a commettere atti di estrema brutalità. Le ragazzine, ma spesso anche i maschi, subiscono molto spesso violenze sessuali e stupri. Infine, se vengono catturati o arrestati, quasi mai questi bambini vengono riconosciuti come vittime e messi sotto protezione, secondo le norme internazionali della giustizia minorile.

La Zerrougui ha aggiunto: “Chi di loro riesce a scappare o viene congedato, fatica a ritrovare il proprio posto nella società, anzi, spesso viene addirittura rinnegato dalla sua comunità.

E’ nostro dovere disporre di fondi sufficienti per garantire a questi bambini gli studi, la reintegrazione con il necessario supporto psicologico, indispensabili per il loro futuro e per poter costruire una società migliore. Dal 2014 nel Ciad sono stati fatti enormi progressi in tal senso. Il governo ha preso le misure necessarie che impediscono il reclutamento di minori nelle forze armate regolari e il Segretario generale dell’ONU ha cancellato il Ciad dalla sua lista nera.

Anche quest’anno la campagna “bambini, non soldati” continua e la Zeroougui ha concluso il suo comunicato con queste parole: “Vi invito a pensare ai bambini soldato come a bambine e bambini che non siamo stati in grado di proteggere. E’ nostra comune responsabilità chiedere che vengano poste in essere immediate azioni per porre fine alle violazioni contro i minori. E’ arrivato il tempo di dedicare la nostra attenzione e le necessarie risorse per raggiungere gli obbiettivi”.

In questa giornata è attiva la campagna Day Red Hand, grazie a cui sono state raccolte più di 425.000 impronte di mani per chiedere di porre fine reclutamento dei bambini.

“Crescere una generazione con orrore e violenza crea individui capaci solo di produrre orrore e violenza. Noi lottiamo ogni giorno affinché i bambini comprendano che la pace è l’unica risposta possibile”, ha ribadito Annette Mkandawire, responsabile dell’organizzazione “SOS Children Village” dell’Africa orientale e meridionale.

Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes

maxalb

Corrispondente dall'Africa, dove ho visitato quasi tutti i Paesi

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