Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 23 dicembre 2015
Il Malawi ha deciso di sospendere la legge anti-gay. L’ha annunciato ieri Samuel Tembenu, ministro della giustizia: “Abbiamo imposto una moratoria – ha comunicato – in attesa della decisione se abrogare o meno tali decreti”.
Tembenu ha poi aggiunto: “Bisogna rivedere tutte le leggi sulla sodomia dell’era coloniale; avvieremo una pubblica consultazione a questo proposito e saranno i malawiani a decidere.
Il ministro ha anche ordinato l’immediato rilascio di due omosessuali, incarcerati perché accusati di aver avuto rapporti sessuali “contro natura”.
La decisione del governo malawiano non è piaciuta per nulla ai leader religiosi del Paese. Tutti in coro, cristiani e musulmani delle diverse confessioni, chiedono a gran voce di non lasciarsi influenzare dalla comunità internazionale e dai finanziatori occidentali.
Il Malawi è uno tra i Paesi più poveri del mondo: ha una popolazione di quasi dodici milioni di abitanti; tre quarti vive con meno di 1,25 dollari al giorno. L’economia è basata sostanzialmente sull’agricoltura. Non avendo sbocchi sul mare né infrastrutture adeguate, l’esportazione dei prodotti agricoli ha un costo piuttosto elevato.
Le ricchezze del Paese sono in mano a un’élite ristretta e la corruzione della classe politica è proverbiale. Si suppone che negli ultimi dieci anni cinquecentocinquanta milioni di dollari siano spariti nel nulla, (
http://www.africa-express.info/2014/01/29/malawi-un-governo-africano-che-combatte-la-corruzione/) . La cifra rappresenta un terzo del budget dello Stato. Gli accusati della sottrazione del denaro pubblico, per lo più funzionari e politici, sono ancora sotto processo.
Il quaranta per cento del bilancio proviene da finanziatori occidentali, che, dopo questo scandalo, hanno parzialmente sospeso i pagamenti accordati. Il governo non ha voluto varare la leggi anti-gay proprio per non irritare nuovamente la comunità internazionale, che da tempo chiede che nell’ex protettorato britannico siano rispettati i diritti umani, anche per gli omosessuali.
Dopo l’arresto dei due gay, poi liberati dal ministro della Giustizia, molti Stati occidentali hanno protestato, in particolare Germania, Gran Bretagna e USA. Gli americani finanziano da anni campagne in favore dei diritti degli omosessuali e delle organizzazioni che tutelano la loro libertà e le loro scelte nell’Africa sub-sahariana. Secondo il New York Times, dal 2012 Washington avrebbe speso per tale scopo trecentocinquanta milioni di dollari.