Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 11 dicembre 2015
La notte scorsa, poco prima delle quattro, due siti militari sono stati attaccati contemporaneamente a Bujumbura, capitale del Burundi: Il campo Ngagara, a nord della città e l’Istituto superiore per i quadri militari (ISCAM), a sud. Il peggiore assalto dopo il colpo di Stato del 13 -14 maggio di quest’anno.
Una fonte militare, che ha voluto mantenere l’anonimato, ha fatto sapere che dopo ore di combattimenti, all’ISCAM gli assalitori sono stati respinti, mentre quelli del campo Ngagara sono stati quasi tutti uccisi. Oltre una decina di morti tra gli insorti, ma anche i militari hanno subito perdite e feriti.
La stessa fonte ha assicurato che la situazione è completamente sotto controllo. Un comunicato in tale senso si è potuto anche leggere sull’account twitter di Willy Nyamitwe, portavoce del presidente del Burundi, Pierre Nkurunziza: “Un gruppo di ribelli ha cercato di attaccare due campi militari, ma non è riuscito nel suo intento”.
Secondo le più alte cariche militari della ex- protettorato belga, tutti i ponti sono sotto il controllo dell’esercito. “E’ vietato qualsiasi spostamento da un quartiere all’altro”, ha comunicato un portavoce all’AFP.
Il colonnello Baratuza durante un suo intervento alla radio verso l’ora di pranzo, ha comunicato: ”Dodici morti da parte dei ‘nemici’ e venti arresti, tra loro un ferito. Nessun soldato ucciso, solamente cinque sono stati feriti” .
Le missioni diplomatiche di Francia, Belgio, USA, Olanda e ONU hanno raccomandato ai loro cittadini presenti nella capitale di non uscire dalle proprie abitazioni o camere d’albergo.
Anche i reporter locali hanno difficoltà nel reperire notizie. IWACU, un giornale online locale, è riuscito a contattare dei pastori che stavano pascolando le loro mucche nei pressi del campo di Ngagara: “Più di cento uomini armati, alcuni in divisa militare, sono entrati dal recinto che separa il campo dall’area di una scuola elementare verso le 3.45. Abbiamo sentito molti spari. Un po’ prima delle cinque se ne sono andati. Dopo l’attacco molte persone urlavano disperatamente, erano urla di dolore” , hanno raccontato i pastori.
Altri media locali hanno riferito che un ragazzo, residente nel quartiere 4 di Ngagara, è stato crivellato dalle pallottole sparate da agenti per il supporto delle Istituzioni (API) a pochi metri dalla sua abitazione. Nel quartiere 6, invece, almeno una casa sarebbe stata perquisita dalle forze armate in cerca di munizioni e militanti.
Giornalisti locali hanno detto che nel quartiere 7 i militari avrebbero ordinato a cittadini che si trovavano per strada per scambiarsi qualche parola, di sdraiarsi per terra, in seguito sarebbero stati interrogati.
Un altro testimone oculare di Ngagara ha comunicato: “Non so se potremmo sopravvivere a questa giornata. Gli agenti dell’API sono nascosti ovunque, in ogni cespuglio, in ogni angolo di strada”.
Solo martedì scorso l’UE aveva chiesto alla delegazione del Burundi di riaprire quanto prima il dialogo con l’opposizione (http://www.africa-express.info/2015/12/11/burundi-nel-caos-sempre-piu-isolato/).
Il consiglio non è stato ascoltato.
La repressione continua, ma l’opposizione, Conseil national pour le respect de l’accord d’Arusha et la restauration d’un Etat de droit au Burund (CNARED) non ci sta.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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