Funzionario italiano dell’ONU accoltellato in Congo. Ferito al volto è fuori pericolo

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Una famiglia di pigmei mbu’ti che vivono all’interno della foresta dell’Ituri infestata di mercenari, multinazionali. Gli mbu’ti sono vittime dei trafficanti di minerali. L’immagine è stata scattata da Piero Pomponi, che lavora su questa storie da anni e ancora viaggia nelle foreste alla ricerca di immagini straordinarie.

Speciale per Africa ExPress
Massimo A. Alberizzi
2 dicembre 2015

Maurizio Giuliano, funzionario italiano delle Nazioni Unite in Congo–Kinshasa, è stato aggredito a coltellate a Lubumbashi (la ex Elisabethville), capitale del Katanga. Si è salvato per miracolo ma il suo volto è segnato da una profonda ferita che poteva essere letale se la coltellata fosse stata un paio di centimetri più bassa e avesse raggiunto il collo.

L’agguato è avvenuto giovedì scorso ma le notizie frammentarie sono giunte solo oggi. Giuliano, milanese, capo dell’ufficio OCHA di Lubumbashi, l’agenzia per il coordinamento degli affari umanitari delle Nazioni Unite, era basato a Bunia, nell’est del Paese, quasi al confine con l’Uganda. Solo da pochi giorni è stato assegnato in Katanga.

Giovedì sera stava entrando nel ristorante greco “Da Toni”, un locale ben conosciuto in città, quando è stato raggiunto da un commando di tre persone armate di coltello. Uno di essi ha sferrato un fendente che ha colpito Giuliano alla guancia. Sono prontamente intervenute le guardie del locale e gli aggressori sono stati costretti a scappare.

Il funzionario dell’ONU è stato inviato a Lubumbashi per cercare di risolvere una questione da 7 milioni di dollari. A tanto ammonta il denaro sottratto dal responsabile amministrativo delle Nazioni Unite in Katanga. Utilizzando il timbro delle Nazioni Unite e la sua firma, Jalon Kuhinia ha ingannato una ventina di fornitori alcuni per poche migliaia di dollari, altri anche per mezzo milione, che si sono fidati. Quando i creditori hanno richiesto i loro soldi Kuhinia era scappato chissà dove.

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Gli uffici delle Nazioni Unite sono stati presi d’assalto. Sono state organizzate manifestazioni, sit in e i più facinorosi si sono accampati davanti alla porta. E sono partite anche le minacce: “Bruceremo la vostra palazzina”, “Vi rapiremo così ci ridarete i nostri soldi”, “Non a passerete liscia”. Il precedente responsabile di OCHA era stato richiamato e al suo posto è arrivato Giuliano che, aveva subito incontrato chi reclamava i propri diritti, cercando di placare gli animi assicurando che sarebbero presto arrivati i risarcimenti.

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Giuliano, che ha perso parecchio sangue dalla guancia spaccata, ora è fuori pericolo. I video con i reportage di una televisione privata congolese che vi proponiamo raccontano la storia dello scandalo e della truffa.

E’ il secondo italiano accoltellato in Congo in meno di 4 anni. Il 17 settembre 2012 Piero Pomponi, giornalista e fotografo documentarista che conosce benissimo tutta l’Africa centrale, stava indagando su un traffico di minerali. Fu aggredito con armi da taglio a Fort Mahagi, sul lago Alberto, all’estremità nord orientale del Congo-K, ai confini con l’Uganda.

Una famiglia di pigmei mbu’ti che vivono all’interno della foresta dell’Ituri infestata di mercenari, multinazionali. Gli mbu’ti sono vittime dei trafficanti di minerali. L’immagine è stata scattata da Piero Pomponi, che lavora su questa storie da anni e ancora viaggia nelle foreste alla ricerca di immagini straordinarie.
Una famiglia di pigmei mbu’ti che vivono all’interno della foresta dell’Ituri infestata di mercenari, multinazionali. Gli mbu’ti sono vittime dei trafficanti di minerali. L’immagine è stata scattata da Piero Pomponi, che lavora su questa storie da anni e ancora viaggia nelle foreste alla ricerca di immagini straordinarie.

Piero, che lavora anche per Africa ExPress, viaggiava in motocicletta e fu fermato da cinque bianchi con il volto coperto da passamontagna che gli intimarono di smetterla di indagare sul traffico illegale di uranio, cassiterite, coltan e oro e sui ragazzini impiegati come schiavi nelle miniere. Alla fine lo colpirono con un coltello al braccio sinistro, provocandogli una profonda ferita. Poi lo lasciarono andare. Piero vive a Lubumbashi e viaggia ancora per tutta l’Africa.

Massimo A. Alberizzi
massimo.alberizzi@gmail.com
twitter @malberizzi

 

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