Speciale per Africa ExPress
Blessing Akele
Milano, 4 ottobre 2015
Venerdì scorso l’International Corruption Unit (ICU) ha pubblicato nel suo sito ufficiale la notizia dell’arresto a Londra dell’ ex ministro nigeriano del petrolio, la signora Alison Diezani Madueke, assieme ad altre quattro persone. Le accuse sono di malversazione, peculato, corruzione, appropriazione indebita e riciclaggio di denaro pubblico. Fosse stata arrestata in Italia non avrebbe o meglio, non avrebbero, potuto sfuggire all’aggravante di associazione per delinquere.
Gli agenti dell’agenzia anti-corruzione ICU, istituita nell’agosto scorso dal governo di David Cameron, – proposta e voluta dall’attuale Segretario allo Sviluppo Internazionale, Justine Greening, con il mandato di perseguire la corruzione internazionale, ossia i reati commessi dagli ufficiali della pubblica amministrazione dei paesi emergenti che considerano la Gran Bretagna un paradiso fiscale oltreché residenziale – hanno perquisito la sua abitazione londinese, così come gli agenti nigeriani dell’Economic and Financial Crime Commission (EFCC) hanno, nello stesso giorno, setacciato la residenza della stessa in Nigeria, ad Abuja, e sequestrato documenti rilevanti, e, si legge, probatori, che sostanziano le pesanti accuse di mala gestio a suo carico.
Il portavoce, e consigliere speciale del Presidente Buhari, Femi Adesina sentito dai media locali sull’arresto del ex ministro a Londra, ha dichiarato: “Non ci sono commenti per ora. La notizia comunque è confermata”.
L’operazione che ha portato all’arresto dell’ex ministro Madueke è stata descritta come un’investigazione internazionale, coordinata congiuntamente da varie agenzie internazionali e definita ”un‘operazione di natura sensibile”, anche perché coinvolge l’interesse nazionale della Repubblica Federale di Nigeria.
A quanto pare la presenza di Mohammadu Buhari a Chatham House – prestigiosa sede dei think thank londinesi – prima delle elezioni presidenziali del marzo scorso poi vinte, è servita a qualcosa. La lotta alla corruzione sembra essere stata un impegno reale da entrambe le parti: Nigeria e Regno Unito. Forse ne è una prova tangibile la creazione da parte della Gran Bretagna di questa nuova agenzia investigativa internazionale.
La classe dirigente corrotta, politica ed economica, della repubblica nigeriana usava migrare nel Regno Unito per godersi il maltolto. Il Presidente Buhari, ha applicato la regola, come si dice, in inglese, means business on corruption. Non c’è paradiso fiscale che tenga per i criminali economici.
Forse per la Nigeria il tempo sta cambiando davvero per il meglio. Non è una certezza. Ma una speranza. Intanto gli arrestati sono stati rilasciati a Londra su cauzione e attendono il processo che – l’opinione pubblica nigeriana lo spera – dovrebbe portare alla restituzione dei miliardi di dollari sottratti alle casse dello Stato.
Blessing Akele
blessing.akele@yahoo.com
twitter @BlessingAkele
#BringBackOursGirls
Nella foto in alto l’ex ministro del petrolio Alison Diezani Madueke. In basso una piattaforma petrolifera nel Golfo di Guinea
Sulla graticola il vecchio governo nigeriano: i ministri rischiano di essere incriminati per corruzione
http://www.africa-express.info/2015/05/12/sulla-graticola-il-vecchio-governo-nigeriano-ministri-rischiano-di-essere-incriminati-per-corruzione/
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