Africa ExPress
2 ottobre 2015
Il generale della guardia presidenziale del Burkina Faso, Gilbert Diendéré, è stato arrestato il 1° ottobre a e condotto in un commissariato di polizia di Ouagadougou.
Prima della sua cattura, Diendéré aveva trovato rifugio presso la rappresentanza diplomatica del Vaticano e per due giorni era stato ospitato da Monsignor Vito Rallo, nunzio apostolico per il Burkina Faso e il Niger.
In un breve comunicato, il primo ministro, Isaac Zida ha espresso soddisfazione per l’arresto del capo dei putschisti e ha spiegato: “Abbiamo bussato alla porta, abbiamo discusso e trattato. Diendéré sarà processato da un tribunale militare”.
I beni e i conti bancari del capo dei golpisti e di altre tredici persone, sospettate di essere coinvolte nel putsch, sono già stati congelati la scorsa settimana.
Eppure è stato proprio questo anziano ufficiale del Régiment de sécurité présidentielle (RSP) a nominare Zida come capo del governo di transizione 11 mesi fa.
L’RSP è stato sciolto. Secondo alcune fonti dell’esercito lealista, si cercherà di recuperare i milletrecento soldati del corpo d’élite, che hanno eseguito gli ordini ricevuti: hanno deposto le armi e abbandonato la caserma Naba Koom 2, nella capitale burkinabé. Tra ottocento e novecento ex pretoriani hanno già raggiunto il campo 1173, come è stato richiesto .
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