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Scontri tra gruppi opposti in Burkina Faso si tratta per tornare alla democrazia

Africa Express
20 settembre 2015

Il messaggio arriva via facebook, sms, whatsapp: “URGENT !!!! LE GÉNÉRAL DIENDERE REFUSE DE QUITTER KOSYAM. Tous les résistants sont invités à activer les barrages et les barricades à Ouagadougou immédiatement. C’est le Colonel Kiéré, chef d’Etat major particulier de Blzise Compaoré pendant 20 ans qui est en train d’organiser les milices pour les tueries de masse des civils y compris parmi les soldats récalcitrants. Résistance … LA PATRIE OU LA MORT, NOUS VAINCRONS !!!!”

Sì, perché in mattinata ci sono stati violenti scontri nella hall dell’hotel Laico, dove si tengono i colloqui tra i golpisti e quelli che sostengono una transizione democratica libera dalle militari. Gli amici dei putschisti sono arrivati per primi e, sfondato il cordone di sicurezza, sono entrati nel palazzo. Hanno saccheggiato mobili e suppellettili e quando sono arrivati i membri della società civile che appoggiano il presidente estromesso Michel Kafando li hanno attaccati a pugni e calci. I feriti sono molti.

Sabato i militari golpisti della guardia presidenziale, RSP (Régiment de Sécurité Présidentielle), guidati dal generale Gilbert Diendéré, che si erano autodefiniti CND (Conseil National pour la démocratie), avevano presentato ai mediatori inviati dall’Unione Africana, il presidente del Senegal Macky Sall e quello del Benin, Yayi Boni, un documento con una proposta chiara: “Continuiamo la transizione democratica, ma a guidarla deve essere il generale Diendéré”.

Il progetto non è stato accettato e allora i ribelli hanno ridimensionato le loro pretese: fare partecipare ai colloqui e agli incontri e alle elezioni il vecchio partito del dittatore Blaise Compaorè, che ha governato ininterrottamente per 27 anni.

Un ruolo essenziale lo sta giocando anche la Comunità Economica del Paesi dell’Africa Occidentale, CEDEAO, che ha sospeso la partecipazione di Ouagadougou e inviato i mediatori.

Ieri sera sembrava che la crisi fosse rientrata dopo che il capo dell’esercito, generale Pingrenoma Zagre, aveva ha chiesto ai militari di essere professionali e di non utilizzare la forza contro i civili. Ma più che un invito sembrava un ordine.

E’ bene ricordare, tra l’altro, che il generale Diendéré non gode di grande simpatia tra la gente, essendo stato capo di Stato maggiore dell’esercito del Burkina Faso durante i 27 anni di dittatura di Blaise Compaorè.

La società civile dell’ex colonia francese pretende di essere nuovamente guidata dal governo di transizione deposto dai golpisti. Chiedono che il presidente Michel Kafando resti al potere fino alle prossime elezioni, che erano previste per l11 ottobre ma che probabilmente dovranno slittare almeno fino a novembre.

Africa Express

Nella foto in alto una manifestazione contro il colpo di Stato. In basso Michel Kafando

maxalb

Corrispondente dall'Africa, dove ho visitato quasi tutti i Paesi

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