Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 20 settembre 2015
Il capo dello Stato del Senegal, Macky Sall, in veste di presidente del Cédéao (acronimo francese per Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale) e il suo omologo del Benin, Thomas Boni Yayi, sono arrivati ieri a Ouagadougou, capitale del Burkina Faso. Tenteranno di ottenere dai militari golpisti il ritorno alla democrazia, o meglio alla transizione democratica che dovrebbe portare a elezioni a metà ottobre.
I putschisti http://www.africa-express.info/2015/09/18/colpo-di-stato-burkina-faso-saltano-le-elezioni/ hanno accettato di sedersi al tavolo con loro. I mediatori sperano che si possa ritornare presto ad una vita costituzionale normale, per evitare che una fetta della popolazione contraria si scontri con l’altra, favorevole, oppure con i militari. C’è il rischio di una forte destabilizzazione in tutta la regione, molto particolare minacciata, tra l’altro, anche dai Boko Haram e dall’AQMI (Al Qaeda nel Magreb Islamico).
Il capo di stato maggiore delle forze armate burkinabé , Pingrenoma Zagré con un comunicato ha condannato il colpo di Stato e le violenze sui civili. Le sua dichiarazioni sono il prelugio di uno scontro con i golpisti molti dei quali, assicurano alcune fonti, sono già fuggiti abbandonando le loro posizioni.
Nel frattempo l’Unione Africana (UA) ha preso posizione, sospendendo il Burkina Faso da qualsiasi attività. Mentre il coprifuoco resta in vigore, le frontiere sono state riaperte.
I vari partiti politici insistono con il loro appello alla disobbedienza civile tramite la pagina Facebook “le balai citoyen” e pertanto continua il braccio di ferro tra la popolazione civile e i militari dell’RSP (régiment de sécurité présidentielle), che hanno organizzato il colpo di Stato. A Bobo Dioulasso, la seconda città del Paese, la tensione è molto alta, come del resto in tutto il nord, sfuggito al controllo dei militari responsabili del golpe. A Ouagadougou la gente ha eretto barricate in quasi tutti i quartieri. Scontri tra l’RSP e la popolazione ha prodotto altri tre morti e feriti, tra loro alcuni gravi. Per oggi è prevista un’imponente manifestazione per chiedere che la guardia presidenziale rientri nele caserme e si arrenda.
In un link sul Balai Citoyen di poche ore fa si legge:”Continuate ad erigere barricate, cercate di scattare foto dei terroristi dell’RSP. Non contate sul sostegno dell’CEDEAO o della Francia. Nessuno verrà a combattere in nostra vece. Tutto il Paese è paralizzato. Nessuno obbedisce al coprifuoco all’interno della Nazione. Mobilizzazione, resistenza, lotta attiva e continua ovunque. La patria o la morte. Vinceremo”.
L’alto ieri, 18 settembre, il capo dei putschisti del colpo di Stato in Burkina Faso, Gilbert Diendéré, ha annunciato la liberazione del presidente Michel Kafando. Diendéré ha sottolineato: “Kafando è libero di muoversi”. Mentre un portavoce del golpista ha fatto sapere che tutti ministri dell’ex-governo di transizione si trovano nelle proprie abitazioni da persone libere. Sembra invece che Isaac Zida, il primo ministro del governo dissolto dai golpisti, sia ancora in stato di fermo.
I giornalisti hanno qualche dubbio: Kafando non li ha ricevuti, ha rifiutato di parlare con loro al telefono. Solamente qualche personalità di spicco, come Gilles Thibaut, ambasciatore di Francia a Ouagadougou, ha potuto intrattenersi con lui. Sembra dunque verosimile il comunicato di Chérif Sy: “Il presidente si trova sotto sorveglianza nel suo appartamento al palazzo presidenziale”.
Poche ore dopo il colpo di Stato, Amnesty International aveva lanciato un appello, chiedendo l’immediata liberazione dei componenti del governo di transizione, ha chiesto ai golpisti di astenersi di reprimere con la violenza i manifestazioni di piazza.
La guardia presidenziale è un corpo d’élite. I militari che ne fanno parte vengono spesso addestrati in Paesi occidentali. Dovrebbero proteggere lo Stato e la sua Costituzione. Purtroppo, invece, hanni utilizzato le loro capacità per sovvertire l’ordine costituito e per bloccare in tutti i modi la democrazia.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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