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Omofobia in Ghana: “Se sarò eletto presidente fucilerò i gay in piazza”

Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 14 settembre 2015

George Boateng si presenterà alle primarie del National Democratic Congress Party, indette per il prossimo novembre. Il vincitore sarà il candidato del partito alle presidenziali del 2016. Boateng è convinto di spodestare il presidente uscente, John Mahama. “Il Ghana è un Paese troppo indisciplinato. Reintrodurrò la pena di morte per i corrotti, gay e lesbiche”,  ha fatto sapere l’aspirante presidente e ha poi aggiunto: “L’esecuzione sarà un evento pubblico. Tutti devono essere presenti,  deve servire come deterrente per distogliere i cittadini del Ghana da compiere tali azioni”.

Come in quasi tutti gli Stati africani ex colonie britanniche, anche in Ghana l’omosessualità è illegale (vecchio retaggio dell’intransigenza della regina Vittoria). Il sesso tra uomini è perseguibile penalmente e prevede una detenzione di tre anni. Il testo di legge non specifica se sia applicabile anche per le lesbiche. Nel Paese gli LGBTI (acronimo per Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender / Transessuali e intersessuali) subiscono spesso violenze, ma nessuno ne parla, nessuno viene perseguito.

Il Ghana, che viene considerato uno dei Paesi più democratici dell’Africa, ciononostante non riesce a superare la barriera dell’omosessualità. L’ex-colonia britannica ha la più alta concentrazione di cristiani del continente: il 71,2 per cento della popolazione, tra cui 28,3 per cento pentecostali, 18,4 per cento protestanti, 13,1 percento cattolici. L’islam è al secondo posto con il 17,6 per cento mentre solo il 5,2 per cento sono animisti (i dati si riferiscono al 2010). I ghanesi sono molto religiosi e l’omosessualità viene vista come uno stile di vita d’importazione, un’aberrazione morale.

Si stima che nel Paese vivano trentamila gay. Non si hanno notizie circa le lesbiche. Secondo alcuni studi, il diciassette per cento è affetto dal virus HIV. Alcune ONG, che collaborano con Ghana AIDS Commission, distribuiscono preservativi, che vengono forniti e finanziati dalla Commissione, in punti strategici frequentati da gay. Il personale delle ONG fornisce le informazioni necessarie circa il loro uso e mette a disposizione farmaci antiretrovirali per chi è stato contagiato dal virus. Anche questi sono finanziati dalla Commissione.

La legge ghanese proibisce atti carnali innaturali, definizione che secondo i più comprende anche l’omosessualità, ma in realtà pochissime persone sono state processate per le preferenze sessuali.

Ancora oggi chiese e moschee sono in prima linea nelle crociate contro i gay (su quest’argomento sono compatte e unite) e molti cittadini considerano l’amore omosessuale contrario alla cultura del Paese. C’è ancora molta strada da fare anche nel democratico Ghana. Nel frattempo gay e lesbiche devono continuare ad amarsi in silenzio e, soprattutto, in segreto.

Cornelia I. Toelgyes
@corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes

maxalb

Corrispondente dall'Africa, dove ho visitato quasi tutti i Paesi

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