Dal Nostro Inviato Speciale
Massimo A. Alberizzi
Kigali, 26 agosto 2013
Un Airbus 320 della Congo Airways, le linee aeree statali della Repubblica Democratica del Congo, è stato requisito dalla magistratura irlandese su richiesta di alcuni imprenditori che chiedono la restituzione di oltre 10 milioni di dollari da parte del governo dell’ex colonia belga. L’aereo al momento dell’ingiunzione della magistratura si trovava a Dublino per lavori di manutenzione e lì deve restare fino a nuovo ordine.
L’ordine dei giudici è perentorio: il velivolo non si deve spostare dall’aeroporto. E’ stato emesso su richiesta della società Miminco LLC e di due cittadini americani John Dormer Tyson e Ilunga Jean Mukendi (quest’ultimo di chiara origine congolese) che secondo la decisione della Corte vantano un credito di 11,5 milioni di dollari, cioè più o meno 10,1 milioni di euro, da parte del governo congolese.
Gli americani, sempre secondo la corte, sostengono di aver pagato quella somma per ottenere la concessione di sfruttamento di due miniere di diamanti. L’autorizzazione, invece, sembra che non gli sia stata mai fornita.
Un arbitrato del 2007 aveva dato ragione agli acquirenti e aveva stabilito un rimborso di 13 milioni di dollari, ma il governo di Kinshasa ne aveva pagati soltanto 1,5.
L’Airbus 320, che fa parte della flotta della nuova compagnia di bandiera del Congo-K, è stato acquistato recentemente, assieme a un suo gemello, dall’Alitalia. I due apparecchi sono relativamente nuovi (gli anni di fabbricazione sono 2007 e 2008) e sono stati pagati entrembi qualcosa come 50 milioni di euro.
Mercoledì della scorsa settimana i creditori – sostenendo che l’aeroplano è di proprietà dello Stato e avendo saputo che si trovava in un hangar dell’aeroporto di Dublino, – avevano chiesto alla magistratura irlandese di intervenire per costringere il governo a pagare il debito.
Il secondo Airbus 320 è stato fermo per lavori nella capitale irlandese, ma era partito senza problemi a fine luglio. I giudici, in ottemperanza alla loro ordinanza, hanno intimato sia all’autorità aeroportuale di Dublino sia alla società che sta effettuando il lavori, la Eirtech Aviation, di non permettere la partenza dell’aereo.
Massimo A. Alberizzi
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