Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 16 agosto 2015
Mentre nel nord-est della Nigeria continuano incessanti, con uno stillicidio quotidiano, gli attacchi dei feroci Boko Haram, sembra che la setta jihadista abbia cambiato leader e il duro e sanguinario Abubakar Shekau sia stato sostituito dal più morbido e ragionevole Mahamat Daoud.
Muhammadu Buhari, il presidente della ex-colonia britannica, ha autorizzato proprio ieri nuove incursioni aeree e bombardamenti nella foresta Sambisa. Il portavoce dell’aeronautica militare nigeriana, Dele Alonge, ha confermato questo intervento. Alonge ha assicurato che i terroristi saranno presto sconfitti, grazie a incisivi interventi, resi possibili grazie a velivoli aggiuntivi, messi a disposizione proprio pochi giorni fa da Sadique Abubakar, capo di stato maggiore dell’aviazione militare: un aereo da combattimento F-7Ni, un elicottero d’attacco Mi-24/35, un elicottero multiruolo Agusta 109 LUH, un elicottero di supporto Super Puma Combat e un aereo di sorveglianza ATR-42.
NUOVI VERTICI MILITARI
A inizio luglio Buhari aveva defenestrato tutti i vertici delle forze armate nigeriane. Il 13 successivo aveva nominato Abayomi Gabriel Olonishakin capo di stato maggiore della Difesa, Tukur Yusuf Buratai capo di stato maggiore dell’esercito, Ibok-Ete Ekwe Ibas capo di stato maggiore della marina e Sadique Abubakar capo di stato maggiore dell’aeronautica. Il loro ruolo è stato confermato dal senato il 4 agosto scorso.
Il presidente è determinato a risolvere la questione Boko Haram una volta per tutte: ha chiesto ai militari di sconfiggere i terroristi entro tre mesi. “Gli stessi sforzi devono essere applicati alle bande armate, sequestri di persona e tutte le altre forme di criminalità”, ha aggiunto, compresa, secondo alcuni osservatori, la corruzione (e tutte le sue attività collaterali), malattia endemica del gigante dell’Africa.
CHE FINE HA FATTO SHEKAU?
Tempi duri per i Boko Haram, che sembrano aver perso il loro leader, Abubakar Shekau. Da oltre sei mesi, Shekau, che amava farsi riprendere dalle telecamere per inoltrare al mondo le sue minacce apocalittiche attraverso videomessaggi, non ha fatto più parlare di se. Le illazioni sulla sua sorte si sprecano: si dice che sia stato ferito gravemente o addirittura ucciso durante qualche incursione delle truppe nigeriane e/o dei suoi alleati (Ciad e Camerun), oppure, come ritiene Idriss Deby, presidente del Ciad, è stato destituito. Deby ha già individuato il possibile successore di Shekau: Mahamat Daoud.
Certamente Shekau ha dovuto affrontare questioni interne, come disaccordi e contestazioni varie, da parte di alcune cellule. Per esempio all’interno della setta si è discusso se aprire colloqui di pace con il governo di Abuja e sull’opportunità di appoggiare incondizionatamente gli Stati islamici di Siria e Iraq.
“Ovviamente trapela poco – spiega Roddy Barclay dell’organizzazione di Africa consultant at Control Risks – ma certamente le pressioni militari esterne hanno causato una frattura all’interno delle strutture di commando dei militanti. Rimane comunque incerto e poco chiaro se ci sia stato un cambio al vertice “.
LE ILLAZIONI DI DEBY
Il presidente ciadiano Idriss Deby, che si è impossessato del potere con un colpo di Stato nel 1990, ha fatto della lotta contro i Boko Haram e il suo leader Shekau una sua guerra personale, che sembra essersi trasformata in un “duello”. Forse sta cercando di mettere una fazione contro l’altra. Il presidente del Ciad ha spiegato che, secondo lui, “i Boko Haram saranno sterminati entro il 2015, ma per vincerli, dobbiamo tagliare la loro “testa”, cioè uccidere il capo.
Gli analisti ritengono che Mahamat Daoud e Shekau abbiano visioni diverse, in particolare Daoud sarebbe assolutamente contrario alla linea di estrema violenza perseguita negli ultimi anni. Sembra che lui non sia un militante combattente, infatti non ha mai partecipato a eccidi e massacri, come invece ha fatto Shekau. E’ un religioso, uno studioso dell’Islam. Probabilmente è stato lui a voler aprire il dialogo con il governo nigeriano.
LA TERRA E’ PIATTA
Secondo Fulan Nasrullah, un analista politico nigeriano, Daoud dovrebbe avere all’incirca 38 anni. Figlio di un arabo e di una ciadiana è conosciuto come uomo molto religioso che si ispira ai principi di Mohammed Yusuf, fondatore della setta che alle origini era un movimento molto meno violento di quello attuale, nonostante fosse contrario ai modelli di vita dell’Occidente, sostenesse che a Terra non è sferica ma piatta e che la pioggia fosse un dono e creazione di Allah e non il risultato della condensazione dell’acqua, cose per altro sostenute dal Corano. Mohammed Yusuf aveva anche mezzi militari limitati; infatti solo dopo la sua morte, nel 2009, i Boko Haram si sono trasformati in una vera e propria macchina da guerra, sotto la guida di Shekau, appunto.
Daoud gode di un’ottima reputazione all’interno del gruppo e centinaia di adepti lo appoggiano. Sempre secondo Nasrullah, potrebbe essere un prezioso collaboratore per il governo nigeriano. Se seriamente fosse disposto al dialogo, Abuja dovrebbe aprire immediatamente un canale. Il nuovo leader, se è vero che ha sostituito il vecchio, potrebbe rivelare molti particolari sui Boko Haram, come i nomi dei finanziatori, i dettagli sulla struttura interna del gruppo, e forse, perché no, anche indicazioni su come individuare e uccidere Shekau.
Per ora sono ancora ipotesi, nessuna certezza sul cambiamento al vertice. Bisogna rimanere cauti e molti analisti hanno espresso il loro scetticismo su quanto dichiarato dal presidente del Ciad.
PRECIPITA UN ELICOTTERO DEI PETROLIERI
Un elicottero della Bristow Helicopters (Nigeria) Limited, società specializzata nel settore, che opera per le compagnie petrolifere in vari Paesi del mondo, si è schiantato nella laguna di Lagos mercoledì scorso. Proveniva da una piattaforma petrolifera situata tra lo Stato di Lagos e quello dell’Ondo. Sei persone sono morte, tra cui il pilota americano e il suo copilota e sei i sopravvissuti.
Testimoni oculari hanno riferito di aver visto in volo l’elicottero e tutto sembrava normale. Poi appena raggiunta la laguna all’altezza di Oworonsoki, un quartiere nella periferia di Lagos, hanno sentito forte scoppio e poi il velivolo è precipitato in picchiata dentro la laguna.
Ora si attendono i particolari dell’incidente dalle registrazioni della scatola nera, recuperata venerdì scorso. Massimo riserbo sulle cause della tragedia, sia da parte delle autorità nigeriane, sia dai vertici della Bristow.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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