Speciale per Africa Express
Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 13 agosto 2015
Sono passate quasi in sordina – almeno qui in Italia – le dimissioni di Flavia Pansieri, numero due dell’agenzia ONU “Alto commissariato per i diritti dell’uomo” (OHCHR) a luglio di quest’anno. La signora, che vanta una lunga e brillante carriera all’ONU, se ne è andata, quasi in punta di piedi, per motivi di salute. Questa è la versione ufficiale, confermata dal portavoce dell’agenzia, André-Michel Essoungou in un comunicato stampa del 22 luglio scorso.
La realtà, forse è un’altra. La causa potrebbe essere ricercata negli abusi sessuali su minori per cui sono accusati i caschi blu francesi nella Repubblica Centrafricana, scandalo scoppiato nell’aprile di quest’anno, grazie ad una relazione di Anders Kompass, funzionario della stessa agenzia ONU. Durante l’estate dello scorso anno Kompass aveva presentato un rapporto dettagliato alla Pansieri, suo superiore più alto in grado, che, per sua stessa ammissione, l’ha sottovalutato.
Come forse spesso capita in casi del genere, la relazione di Kompass è rimasta sul tavolo, forse in un cassetto della Pansieri e per giunta il funzionario è stato sospeso dal servizio, quando ha trasmesso il suo dossier alle autorità giudiziarie parigine, affinché indagassero sui crimini efferati commessi dai soldati francesi di Sangaris (http://www.africa-express.info/2015/04/30/centrafrica-militari-francesi-accusati-di-molestie-sessualiverso-minori/).
Interrogata dalla commissione interna, che ha avviato un’indagine sul perché non avesse dato seguito immediatamente alle gravi accuse di Kompass, la Pansieri ha dichiarato di essere stata molto impegnata e “distratta” da gravi problemi di bilancio. Ci si chiede comunque perché nemmeno Zeid Ra’ad al-Hussein, alto commissario per i diritti umani da settembre 2014, non si sia mosso in tal senso.
Le autorità italiane, in particolare l’allora ministro degli esteri Giulio Terzi, avevano salutato la nomina a vice-commissario per i diritti umani con grande entusiasmo. Ban-Ki moon stesso le aveva conferito l’incarico il 15 marzo 2013. La nostra connazionale, con una laurea in filosofia in tasca, ha esordito all’ONU nel lontano 1983, ricoprendo incarichi anche all’estero.
Terzi, congratulandosi con la Pansieri aveva sottolineato: “E’ un riconoscimento al nostro Paese per l’impegno costante sul fronte dei dirirtti umani”.
Ora, il segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon è infuriato, specie dopo il rapporto di Amnesty International dell’11 agosto 2015 e cominciano a rotolare le prime teste: ieri Ban ha chiesto e ottenuto le dimissioni di Babacar Gaye (http://www.africa-express.info/2015/08/12/scandali-sessuali-e-caschi-blu-si-dimette-il-capo-della-missione-dellonu-centrafrica/ ), capo di MINUSCA (United Nations Multidimensional Integrated Stabilization Mission in the Central African Republic).
La situazione generale nel Paese peggiora di giorno in giorno e ci si chiede come possa essere di aiuto il contingente ONU, la Missione MINUSCA, formato da 10.800 uomini, che non solo non rispettano i più elementari diritti umani nei confronti della popolazione, ma che evidenziano anche gravi problemi interni: solo un paio di giorni fa un casco blu ruandese ha ammazzato quattro commilitoni (http://www.africa-express.info/2015/08/10/centrafrica-caso-blu-ruandese-mitraglia-suoi-commilitoni-e-fa-una-strage/ ).
Certo, la violenza che si vive nel CAR è terrificante. Violenza genera violenza, anche in coloro che dovrebbero riportare la pace, proteggere la popolazione civile dalle bande armate.
Il rapporto di Amnesty parla chiaro. Le violenze sui minori, descritte e documentate da Kompass, non sono mai cessate e non si punta solo il dito sui soldati francesi. L’ultimo fatto risale al 2 agosto 2015: durante un’operazione di polizia dei caschi blu nel quartiere PK5 ( abitato da diecimila musulmani, ma anche da alcuni cristiani) di Bangui, capitale del CAR, sono state effettuate delle perquisizioni. Durante una di queste, i maschi della famiglia sono stati portati via, mentre le donne e i bambini sono stati radunati in una stanza della casa. Regnava il caos più totale, tra le urla disumane dei militari dell’ONU e il pianto disperato dei piccoli, le donne di casa non si sono accorte dell’assenza di una ragazzina di soli dodici anni.
I ricercatori di Amnesty hanno visto i graffi e i lividi, nonché la sua biancheria intima strappata. In seguito la bimba è stata esaminata da un’infermiera in presenza di un medico. I segni lasciati dall’orco non escluderebbero lo stupro, la violenza carnale. I caschi blu sono accusati anche di altre violenze, come l’uso improprio delle armi e altro. La macchina da guerra dell’ONU, il cosiddetto “corpo di pace”, non funziona più. Necessità di una revisione a 360 gradi.
Il governo di transizione, guidato da Catherine Samba Panza, nel mese di giugno aveva annunciato il calendario elettorale per le prossime elezioni (http://www.africa-express.info/2015/06/19/centrafrica-fissate-le-elezioni-per-ottobre-ma-corruzione-e-violenza-comandano-ancora/). Ieri, come era prevedibile, il presidente del CEEAC (acronimo francese per “Comunità economica per l’Africa centrale), Ali Bongo Ondimba, il capo di Stato del Gabon, ha firmato un nuovo decreto, posticipando le (eventuali) elezione a fine 2015 o inizio 2016, per poter dare una maggiore stabilità al Paese.
Infatti i punti da chiarire sono ancora molti, non per ultimo – una questione chiave sulla quale non si riesce a trovare un denominatore comune – la possibilità di voto ai centrafricani che si sono rifugiati nei Paesi confinanti a causa della grave crisi nel CAR. Le motivazioni di Ali Bongo sono state le seguenti: “E’ necessario prolungare il periodo di permanenza del governo di transizione dal 18 agosto al 30 dicembre 2015. Ha bisogno di altro tempo per poter indire elezioni credibili e trasparenti”.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
Nella penultima foto in basso Flavia Pansieri con Ban Ki Moon
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