Su richiesta del Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon,
il capo della missione MINUSCA
(United Nations Multidimensional Integrated Stabilization Mission
in the Central African Republic), Babacar Gaye, si è dimesso dall’incarico.
Le accuse sono pesanti: non aver saputo sorvegliare i soldati,
accusati di violenze e abusi sessuali
Speciale per Africa ExPress
Massimo A. Alberizzi
12 agosto 2015
Le dimissioni del senegalese Babacar Gaye da capo della missione delle Nazioni Unite nella Repubblica Centrafricana, chieste e ottenute da Ban Ki Moon, non giungono inaspettate. Da giorni circolava la voce che gli scandali sessuali di cui erano accusati i soldati francesi, stupri e induzione alla prostituzione anche di minorenni, avrebbero travolto il capo della missione.
La spallata finale è stata data dall’ultimo rapporto di Amnesty International, pubblicato ieri, che chiede di investigare su un caso di stupro su una dodicenne, avvenuto il 2 agosto, e sull’omicidio deliberato di un sedicenne e di suo padre sessantunenne, il giorno successivo. Reati commessi durante pattugliamenti a Bangui, la capitale della Repubblica Centrafricana, cui hanno partecipato soldati ruandesi e camerunensi.
Negli ultimi mesi le Nazioni Unite erano state criticate per la mancanza di risposte serie e adeguate alle accuse di abusi sessuali e Ban Ki Moon recentemente aveva istituito una speciale commissione di inchiesta per investigare sulle segnalazioni, lanciando una campagna di “tolleranza zero”.
Ieri dopo le nuove denunce – sostenute, come ha spiegato Amnesty International, da evidenze mediche e dai racconti di numerosi testimoni – il segretario generale non ha potuto far altro che invitare Babacar Gaye a dare le dimissioni.
Gaye non è direttamente implicato nelle violazioni e degli abusi, ma Ban Ki Moon aveva spiegato che avrebbe ritenuto in qualche modo responsabili non solo chi materialmente aveva commesso atti e abusi, ma anche i loro leader e i loro capi.
E’ il primo caso di questo genere avvenuto nelle Nazioni Unite e – come ha auspicato qualcuno – speriamo che non sia l’ultimo. Infatti le accuse di stupri e sfruttamento sessuale hanno coinvolto e coinvolgono altre operazioni dei caschi blu in giro per il mondo.
Massimo A. Alberizzi
massimo.alberizzi@gmail.com
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