Dal Nostro Inviato Speciale
Massimo A. Alberizzi
Nairobi, 21 luglio 2015
Tra bombe violenze e anche due morti sono cominciate stamattina le operazioni di voto in Burundi. Il presidente Pierre Nkurunziza, nonostante le proteste, anche internazionali, ha deciso di presentarsi per un nuovo mandato il terzo, della durata di cinque anni, alla suprema carica del Paese.
A metà maggio un colpo di stato è fallito. L’Unione Africana ha criticato la decisione di Nukurnziza. Ciononostante lui non ha voluto sentire ragioni e ha continuato imperterrito nel suo progetto. L’opposizione ha deciso di boicottare il voto anche se sette candidati, perlopiù sconosciuti, hanno scelto di sfidare il presidente uscente. Stanotte a Bujumbura si sono uditi colpi di arma da fuoco ed esplosioni. I morti sarebbero due, un poliziotto e un civile.
I critici del presidente dicono che un terzo mandato è anticostituzionale, i suoi amici sostengono invece che il primo mandato gli era stato affidato dal parlamento e non dal voto popolare, quindi non conta.
Il Burundi rischia così di precipitare ancora nella guerra civile che era terminata nel 2005 quando un accordo tra i ribelli hutu, di cui Nkurunziza era leader, e il governo dominato dai tutsi aveva posto fine al decennale conflitto. Tutti gli osservatori avevano pensato che finalmente il Paese, ex colonia tedesca e poi protettorato belga fino al 1960, avrebbe potuto finalmente imboccare la strada dello sviluppo.
Invece adesso è tutto in bilico. La comunità internazionale è schierata contro Nkurunziza, un personaggio controverso e curioso. Appassionato di calcio, nella sua biografia c’è scritto che è un ottimo centro attacco specializzato a fare sempre gol. Gioca nella sua squadra di calcio che ha chiamato Halleluia. Il nome mostra la sua seconda passione, la fede incondizionata per i cristiani fondamentalisti evangelici.
Massimo A. Alberizzi
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