All’università di Nairobi Renzi esorta gli studenti: studiate per diventare leader

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Dal Nostro Inviato Speciale
Massimo A. Alberizzi
Nairobi, 15 luglio 2015

Visita lampo di Matteo Renzi a Nairobi durata meno di 24 ore. Il premier è arrivato nella capitale keniota il 14 sera e ha incontrato nella residenza dell’ambasciatore Mauro Massoni alcuni imprenditori. Stamattina, ha incontrato il presidente Uhuru Kenyatta alla State House e, dopo aver piantato un nuovo albero all’università (di fronte al tradizionale e in stile coloniale Hotel Norfolk che lo ospitava), ha tenuto un discorso agli studenti nell’aula magna.

Renzi IN UNIVERSITà

Il premier ha sottolineato l’importanza dell’educazione e dell’istruzione universitaria per formare le élite del futuro, ha spronato gli studenti a studiare, studiare, studiare. Ha criticato l’atteggiamento della Grecia anche se ha corretto il tiro rispetto a dichiarazioni precedenti, sostenendo che non è ammissibile un’Europa basata solo sulla convenienza economica. Ha parlato di idee e di ideali e ha sostenuto che in quei Paesi dove la popolazione scappa per raggiungere l’Europa occorre lottare contro la povertà, unico modo per impedire le fughe. Ha detto di essere contrario a usare la forza per colpire i migranti che cercano di attraversare il Mediterraneo.

Renzi si è espresso in inglese con qualche strafalcione grossolano (ha chiamato l’Iran un paio di volte “Airan”) e ha strappato qualche applauso e qualche risata in risposta a sue battute. Ha attaccato l’Eritrea (anche se poi il suo governo sta dando credito alla dittatura squalificata e crudele che comanda nell’ex colonia italiana) e spiegato che Machiavelli è molto più apprezzato negli Stati Uniti che in Italia.

Naturalmente una parte importante dei suo discorso è stata riservata alla lotta, comune all’Italia e al Kenya, contro il terrorismo e ha sottolineato l’appoggio incondizionato ad Al Sisi, il generale che con un colpo di Stato ha  preso il potere in Egitto, cui non ha nascosto la sua simpatia.

Alla fine gli studenti sono stati abbastanza soddisfatti della visita del premier italiano, anche se qualcuno ha mugugnato: “Il cancro che sta distruggendo il nostro Paese e il nostro continente è la corruzione. Dispiace che Renzi non abbia fatto cenno nel suo intervento. Ci ha esortato a diventare leader e non restare follower su twitter. Ha ragione. Ma uno dei compiti dei nuovi leader dovrebbe essere quello di combattere la corruzione, altrimenti i problemi del Kenya e dell’Africa non si risolveranno mai”.

E’ saltata la conferenza stampa con i giornalisti italiani. Peccato. Africa ExPress aveva preparato una domanda al premier. Non avendo potuto formularla di persona la formulo qui: Il Kenya e uno dei Paesi più esposti al terrorismo; qualche tempo fa nella borsa di un gruppo di estremisti, catturati appena giunti dalla Somalia, è stato trovato un documento in cui erano indicati alcuni obbiettivi “privilegiati”, tra cui il grattacielo che ospita l’ambasciata italiana. Da qual palazzo si sono subito trasferite altre ambasciate, la spagnola, la svizzera e la ruandese nonché sono andati via a gambe levate anche i giornalisti e i tecnici della France Presse. Imperterriti invece – e con gran sprezzo del pericolo – nonostante le forti sollecitazioni degli ambasciatori che si sono succeduti, restano gli italiani. Nessuno alla Farnesina dà il permesso e i finanziamenti per spostare l’ambasciata. Perché? I servizi segreti americani e britannici hanno messo in guardia contro possibili attentati nella capitale keniota. Per favore, se succede qualcosa poi non piangiamo.

 Massimo A. Alberizzi
massimo.alberizzi@gmail.com
twitter @malberizzi

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