Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 26 giugno 2015
Emmanuel Karenzi Karake, capo dello spionaggio del Ruanda, arrestato sabato 20 giugno 2015 a Londra in ottemperanza a un mandato di cattura internazionale emesso dai giudici spagnoli (http://www.africa-express.info/2015/06/24/arrestato-londra-generale-ruandese-accusato-di-aver-trucidato-cooperanti-spagnoli/), è stato liberato ieri dopo aver pagato una cauzione di un milione di sterline. Ma dovrà rimanere a Londra agli arresti domiciliari per partecipare alla prossima udienza, il 28 ottobre prossimo.
La sua scarcerazione è stata annunciata da Cherie Booth, avvocato dello studio legale Omnia che rappresenta la difesa di Karake. La Booth è moglie di Tony Blair, uno dei consiglieri del governo ruandese.
Secondo fonti ufficiali, Karake si sarebbe recato a Londra per incontrare il suo omologo britannico, Alex Younger, capo dell’ M16, il 18 giugno scorso, ma l’appuntamento è stato annullato all’ultimo momento. Due giorni dopo il generale ruandese è stato arrestato.
L’ambasciatore del Ruanda in Gran Bretagna, William Nkurunziza’s, ha fortemente criticato quanto accaduto e ha dichiarato: “L’arresto di Karake è una mancanza di rispetto verso il mio Paese. Il generale è un alto funzionario, è stato inviato in missione a Londra e il governo britannico ne era a conoscenza. E’ stato arrestato come un comune criminale da un governo amico”. Dal canto loro, fonti governative ruandesi hanno commentato con queste parole: “Le accuse sono infondate, senza sostanze, la motivazione è di carattere politico”.
Il mandato d’arresto nei confronti di Karake fu spiccato sette anni fa; durante questo lungo lasso di tempo è stato diverse volte a Londra. Non è chiaro perché l’ordine sia stato eseguito solo ora.
Durante l’udienza di ieri, il generale ha rifiutato la sua estradizione volontaria in Spagna. Dunque il giudice ha fissato una nuova udienza per il 28 ottobre 2015. Nel frattempo Karake dovrà restare a Londra agli arresti domiciliari, in una casa di proprietà dell’ambasciata ruandese.
Quindi la storia è un po’ ingarbugliata e complessa, più di quanto si sia potuto supporre in un primo momento. Sul palcoscenico di questo intrigo internazionale recitano attori inimmaginabili: Kerenzi capo dell’intelligence ruandese; Cherie Booth, avvocato di Karake e moglie dell’ex premier britannico Tony Blair; Tony Blair, consigliere del governo del Ruanda; i giudici spagnoli che hanno emesso un mandato di cattura internazionale contro Karake, accusato di aver ordinato l’omicidio di alcuni operatori umanitari iberici durante la guerra condotta dai ruandesi in Congo Kinshasa; l’M16, cioè lo spionaggio britannico e il suo capo, Alex Younger, che aveva un appuntamento con Karake; i giudici britannici che ne hanno ordinato l’arresto; il governo ruandese del presidente Paul Kagame (alla ricerca di una modifica costituzionale per permettergli di aspirare a un terzo mandato), che protesta; il governo britannico conservatore di David Cameron che non sa bene che cosa fare.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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