Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 25 giugno 2015
Aveva solo dodici anni quando l’hanno costretta a suicidarsi martedì mattina, 23 giugno 2015, al mercato settimanale di Wagir, nel distretto di Gujba, nel sud dello Yobe State (nord-est della Nigeria). Con lei sono morte altre dieci persone. Innocenti come lei.
La ragazzina, una delle tante vittime dei sanguinari Boko Haram non ha potuto ribellarsi al suo destino. Plagiata, educata all’obbedienza e alla sottomissione più totale, imbottita di esplosivo, si è diretta verso il reparto granaglie, appena arrivata al mercato e lì, in mezzo a clienti e venditori ha premuto il detonatore.
Oltre alla giovane, sono state uccise altre dieci persone, i feriti sarebbero una trentina, ha dichiarato ai reporter dell’agenzia di stampa AFP, Hussaini Aisami, un testimone oculare.
Il giorno precedente un episodio simile si è verificato a Maiduguri, capitale del Borno State, nel nord-est della Nigeria. Una giovane dell’età di diciassette anni si è fatta esplodere a una stazione di autobus, non lontana dal mercato del pesce. Insieme a lei sono morte altre diciassette persone. Una ventina i feriti.
Poco più in là, un’altra ragazza, più o meno della stessa età, è stata costretta a compiere lo stesso gesto; fortunatamente non ci sono state altre vittime.
Analisti non escludono che le bombe possano essere detonate a distanza da una terza persona, specie se le “kamikaze” sono soggetti molto giovani. Finora i sanguinari terroristi jihadisti non hanno (ancora) confermato questi attentati.
Lunedì 22 e martedì 23 giugno 2015 sono state ammazzate altre quaranta persone dai feroci militanti Boko Haram, a Debiro Hawul e Debiro Bi, due villaggi nel Borno State. Testimoni oculari hanno riferito che in entrambi gli attacchi, aderenti alla setta sarebbero entrati nei villaggi, sparando all’impazzata, poi avrebbero portato via tutto dalle povere case prima di incendiarle.
L’attività dei sanguinari terroristi non si limita al territorio nigeriano: infatti sembra che siano stati loro la settimana scorsa a uccidere almeno trentotto persone nel vicino Niger. Bulu Mammadu della polizia militare nigerina ha dichiarato ai reporter della BBC: “Hanno sparato durante la notte a Lamina e Ungumawo due villaggi nella regione di Diffa, a poca distanza dal confine con la Nigeria, uccidendo soprattutto donne e i loro bambini e incendiando diverse case”. Il giorno prima, invece, un kamikaze si è fatto esplodere nel Ciad, che ha prontamente risposto con un raid aereo, bombardando postazioni dei Boko Haram. I fatti risalgono al 17 e 18 giugno 2015.
E svaniscono così le promesse pre-elettorali del neo-presidente Muhammadu Buhari. Almeno per ora, l’ex-generale golpista del 1983 non è stato in grado di contrastare i terroristi.
Il prossimo 20 luglio Buhari sarà ospite di Barack Obama alla Casa Bianca. Tema centrale dell’incontro sarà la setta Boko Haram, anche se certamente altri argomenti saranno presi in esame, come riforme politiche ed economiche. Buhari è pur sempre il presidente del Paese che dal punto di vista economico è il più importante di tutto il Continente africano.
Cornelia I. Toelgyes
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@cotoelgyes