Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 10 giugno 2015
Oscar Pistorius, l’atleta sudafricano condannato a cinque anni di prigione per aver ucciso “per errore” la fidanzata, potrebbe poter scontare il resto della pena agli arresti domiciliari. La legge sudafricana prevede, infatti, che un detenuto “non pericoloso” debba espiare solo un sesto della pena inflitta in carcere.
Pistorius è stato condannato nell’ottobre 2014 per omicidio colposo, dopo un processo durato ben sette mesi, dunque è stato incarcerato e da allora è detenuto nella prigione “Kgosi Mampuru II” di Pretoria, la capitale del Sufafrica. Zach Modise, commissario dei servizi penitenziari sudafricani, ha riferito ai reporter della BBC che la direzione dell’istituto correzionale di Pretoria avrebbe fatto ufficialmente richiesta per la scarcerazione dell’atleta proprio la scorsa settimana.
Il campione fu accusato di aver ucciso la sua fidanzata, Reeva Steenkamp, di 29 anni, laureata in giurisprudenza, modella e star della tv sudafricana, proprio il giorno di San Valentino del 2013. Fu trovata morta in un bagno con la porta chiusa nella villa del fidanzato. L’accusato ha ammesso di aver sparato, pensando che nel bagno si trovasse un intruso.
Durante il processo la pubblica accusa aveva chiesto una condanna per omicidio, ma la Corte ha creduto alle dichiarazioni di Pretorius, infliggendogli una pena più lieve per omicidio colposo.
Il procuratore di Stato si è appellato a tale sentenza e a novembre si aprirà un nuovo processo, con il rischio di una nuova condanna per l’atleta, amputato a entrambe le gambe dalla tenera infanzia, perchè nato con una grave malformazione agli arti inferiori. L’accusa spera che venga riconosciuto colpevole di omicidio. In tal caso dovrebbe tornare in carcere, visto che la pena prevista dal codice penale sudafricano per tale reato non è inferiore a quindici anni di detenzione.
Oscar Pistorius è stato un idolo, un esempio da imitare, per molti anni. Correva più veloce di una gazzella con protesi costruite appositamente per lui in fibra di carbonio. Ha partecipato a diverse paraolimpiadi, e, come primo atleta diversamente abile, nel 2008 è stato autorizzato a gareggiare con i normodotati. Nel 2011 ha preso parte ai mondiali di Daegu (Corea del Sud) ed alle Olimpiadi di Londra nel 2012.
Era noto come “The fastest man on no legs” (l’uomo più veloce senza gambe) oppure come “Blade Runner”, mentre le sue protesi erano denominate “cheetah” (ghepardo).
Nel 2012 la cantante Mariella Nava gli ha dedicato una canzone “La mia specialità”.
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Un genio, che ha saputo trasformare, con costanza e duro allenamento, la sua disabilità in successo, grazie al quale ha dato a molti nuove speranze. Peccato aver sprecato tutto ciò.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
Nella foto in alto Oscar Pistorius e Reeva Steenkamp in basso l’atleta durante il processo
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