Dal Nostro Corrispondente
Arturo Rufus
Nairobi, 3 aprile 2015
Erano sette i militanti islamici che hanno attaccato ieri l’università di Garissa e ammazzato a sangue freddo 147 tra studenti e professori inermi e innocenti: quattro sono stati ammazzati dagli uomini del reparto speciale antiterrorismo (la Recce Company, agenti addestrati in Gran Bretagna, Stati Uniti e Israele) e sei arrestati, tra i quali tre che stavano passando i confine per rientrare in Somalia. Questi ultimi potrebbero essere essenziali nel ricostruire l’assalto e soprattutto per individuare i reali mandanti della mattanza.
Le forze di sicurezza intervenute subito dopo l’assalto, hanno dovuto mettere in salvo più di 600 studenti bloccati nelle loro camere. Un rapporto dell’intelligence militare spiega: “Portare fuori i ragazzi è stata un’operazione difficile e delicata. Erano isterici e terrorizzati in completo stato di shock. Alcuni erano impietriti, non riuscivano a muoversi e a obbedire ai nostri ordini per mettersi in salvo. Alcuni degli agenti impiegati nell’operazione erano stati addestrati a operare in queste complicate situazioni e si sono quindi comportati benissimo”.
Intanto emerge qualcosa di più anche sugli autori del criminale gesto. Fanno parte di un gruppo Al Muhajiroun, creato da Al Qaeda un paio di mesi fa e affiliato a Harakat al-Shabaab al-Mujahideen, il nome completo degli shebab somali. Al Muhajiroun è guidato da Mohamed Kuno, leader degli integralisti nella regione del Juba nel mezzogiorno dell’ex colonia italiana, sulla testa del quale è stata messa una taglia di 20 milioni di scellini (200 mila euro). Al Muhajiroun è una sorta di branca operativa collaterale il cui compito è quello di organizzare attentati in Kenya e Tanzania. Fino all’attacco a Garissa il gruppo si era limitato a lanciare minacce, come questo messaggio postato su internet: “Una scintilla si è accesa in tutta l’Africa orientale, e la sua intensità illuminerà tutta la regione fino a quando i miscredenti non saranno morti.” Un secondo su twitter invece prometteva: “Chiediamo ai nostri fratelli africani di aspettare”.
Però nei giorni scorsi in Kenya sono stati sventati due attentati apparentemente organizzati da Al Muhajiroun. Il primo contro il centro commerciale Village Market, di cui Africa ExPress ha già parlato (Strage di Garissa annunciata. Nairobi, 13 marzo: gli shebab volevano far esplodere un centro commerciale http://www.africa-express.info/2015/04/03/sventato-attacco-un-centro-commerciale-di-nairobi-arrestati-due-terroristi-somali/) il secondo era stato pianificato contro il centro commerciale di Nyali, uno dei sobborghi di Mombasa, per le vacanze di Pasqua.
Gli investigatori nei giorni scorsi, e comunque prima dell’assalto all’università di Garissa, avevano fatto circolare un dispaccio: “Al- shebab, in collaborazione con complici locali hanno messo punto un piano per colpire con una attacco terroristico Nakumatt (la catena di supermercati del Kenya, ndr) a Nyali, durante le vacanze di Pasqua. Il gruppo sembra che abbia fatto alcune ricognizioni nel cenro commerciale il 21 marzo utilizzando due veicoli: una Toyota Premio targata KBX 181K e una Toyota Mark II targata KBR 936A. Cercate queste due auto: occorre fermare gli occupanti per interrogarli. Africa ExPress non ha pubblicato nulla di questa storia finché la notizia confermata quando le due auto sono state rintracciate.
Arturo Rufus
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#GarissaAttack