Mercenari sudafricani e dell’Est in aiuto della Nigeria per combattere Boko Haram

Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 23 marzo 2015

Azem Bermandoa Agouna, un alto ufficiale delle truppe ciadiane, che insieme a quelle camerunensi, nigerine e nigeriane portano avanti le offensive contro i Boko Haram nel nord-est della Nigeria, ha dichiarato ai reporter di AFP venerdì scorso: “Abbiamo trovato un centinaio di corpi ormai quasi mummificati sotto un ponte a pochi passi da Damasak. Molti avevano la gola sgozzata, altri sono stati decapitati”. La città si trova a duecento chilometri da Maiduguri, nel Borno State ed è stata presa d’assalto dai terroristi il 24 novembre 2014. Le truppe alleate hanno liberato Damasak solo pochi giorni fa, respingendo i sanguinari terroristi islamici.

Secondo il portavoce del Ministero della Difesa nigeriano, Chris Olukolade, le truppe avrebbero respinto militanti di Boko Haram a Bama,  sempre nel Borno State, città già così duramente provata nel recente passato. Olukade ha dichiarato: “Venti militanti sono stati uccisi, altri sono stati feriti, ma sono riusciti a fuggire. Abbiamo sequestrato un enorme quantitativo di armi e munizioni, nonché un pick-up. Presto i Boko Haram saranno sconfitti. Un solo soldato ha perso la vita, alcuni i feriti”.

Prima di allontanarsi, i terroristi hanno sgozzato decine di giovani donne, loro “mogli”, ragazzine rapite in scuole, nei villaggi, costrette a sposare i loro aguzzini. “Un musulmano radicale non può permettere che la propria moglie vada in sposa ad un infedele, che possa essere di un altro uomo, una volta liberata”. Ciò è quanto hanno riferito testimoni oculari dell’ennesimo orrendo, atroce atto dei sanguinari settari.

Peccato che Olukolade non abbia raccontato che le truppe nigeriane sono in stato di agitazione, perché non sono stati pagati gli incentivi promessi qualora avessero combattuti contro i Boko Haram. Il soldo percepito mensilmente da un soldato ammonta a trentamila Naira (150 dollari), secondo gli accordi con il governo avrebbero dovuto percepire un bonus mensile di centocinquantamila Naira! I soldati sono poco motivati per buttarsi in un campo di battaglia, il cui esito è sempre molto incerto per pochi denari.

Ed ecco perché – invece di retribuire le proprie truppe adeguatamente – il governo nigeriano nelle ultime sei settimane ha fatto ricorso a mercenari provenienti dal Sudafrica e dai Paesi dell’ex Unione Sovietica. Centinaia di stranieri, ingaggiati per contrastare le offensive dei jihadisti, percepiscono una paga giornaliera di quattrocento dollari!

Goodluck Jonathan, presidente uscente della Nigeria e candidato alle prossime elezioni presidenziali che dovrebbero svolgersi sabato 28 marzo 2015, si è dichiarato sorpreso degli enormi progressi delle sue truppe e di quelli degli alleati sul fronte Boko Haram.  Con le elezioni alle porte, viene fatto ciò che è stato omesso da anni. Chiunque vinca, Jonathan, cristiano, o il suo antagonista, Muhammadu Buhari, musulmano, golpista del 1983, dovrà prestare molta attenzione alla sicurezza del Paese, alla gente, le cui esigenze e necessità non sono mai state prese in considerazione, anzi, spesso sono state calpestate nella  ex-colonia britannica, così ricca di petrolio, dove una buona fetta della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà. (http://www.africa-express.info/2015/03/16/nigeria-il-rischio-del-dopo-elezioni-due-vincitori-e-la-catastrofe/).

In questo momento gli occhi del governo nigeriano e dei mass media sono tutti puntati verso il nord-est del Paese, ci si dimentica della cosiddetta “cintura di mezzo”, che divide il sud cristiano dal nord prevalentemente musulmano, troppo spesso teatro di violenti scontri tra i fulani, pastori seminomadi, musulmani, e la popolazione agricola stanziale, prevalentemente cristiana.

All’alba del 15 marzo 2015 in un villaggio del Benue State, al confine con il Camerun, un centinaio di persone, compresi bambini e donne, sono state ammazzate a sangue freddo: “Un consistente gruppo di uomini armati è penetrato nel nostro villaggio all’alba – ha raccontato un testimone oculare, che ha chiesto di mantenere l’anonimato -.  Dormivamo tutti. Hanno sparato all’impazzata contro persone e animali; hanno seminato terrore e morte”.

E’ il peggior attacco degli ultimi quattro anni e Muhammadu Buhari, egli stesso di etnia fulani, ha condannato fortemente questo ennesimo atto di violenza. Negli ultimi anni molti fulani hanno stretti legami con i miliziani dei Boko Haram.

Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes

maxalb

Corrispondente dall'Africa, dove ho visitato quasi tutti i Paesi

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