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Tangenti e lotta per il potere: ecco la lite tra presidente e vicepresidente in Sierra Leone

Speciale per Africa-Express
Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 20 marzo 2015

La lite tra il presidente della Sierra Leone, Ernest Bai Koroma, e il suo vice, Samuel Sam-Sumana, rimosso dall’incarico qualche giorno fa, non è storia recente. I due avevano contratto un matrimonio politico nel 2007, basato solo su interessi reciproci. Sam-Sumana , originario di Kono, ha in gran parte finanziato la campagna elettorale dell’attuale presidente, inoltre ha procurato i voti necessari nel suo distretto. In Sierra Leone mai nessun politico è riuscito a entrare in parlamento e/o al governo, senza una vittoria schiacciante nel distretto di Kono, il più povero di tutto il Paese, malgrado le miniere di diamanti. Una volta diventato presidente, Koroma, visto il patto siglato tra lui e Sam-Sumana, ha dovuto dare l’incarico di vicepresidente al suo “benefattore”.

Da qualche tempo i rapporti tra i due sono tesi e freddi. All’interno del partito al potere, “All People Congress”, l’ex vicepresidente non ha mai goduto di grande considerazione, era considerato un outsider. E’ stato silurato dall’APC non appena è stato reso noto che Sam-Sumana aveva falsificato i suoi titoli di studio e che non era musulmano, religione che da sempre aveva dichiarato di professare. Immigrato negli USA, ha lavorato a Minneapolis come semplice parcheggiatore; un lavoro onesto, ma certamente non abbastanza importante da poter essere inserito nel curriculum di un politico di spicco.

Tutte cose “perdonabili” tranne l’ultima: quella di essere in procinto di formare un nuovo partito proprio nella sua terra d’origine e di aver fomentato violenze politiche proprio a Kono, dunque da alleato, membro dell’APC, Sam-Sumana era pronto per passare all’opposizione per conquistare la tanto desiderata poltrona di presidente, non più vice, tollerato solamente per il patto stretto con Koroma e il suo entourage.

L’ex-vicepresidente è stato spesso sulle prime pagine dei giornali per il suo coinvolgimento in diversi scandali di tangenti e di corruzione, ma la sua alleanza con Karoma lo ha sempre salvato dall’impeachment. Nel 2012 è stato accusato di aver procurato delle licenze false per l’esportazione di legname, il cosiddetto “Timbergate”, a società che si procuravano la materia prima disboscando smodatamente e scriteriatamente le ricche foreste tropicali della Sierra Leone. Uno dei responsabili, Momoh Conteh, recentemente promosso come direttore delle telecomunicazioni, era stato assolto dal tribunale per assenza di prove, pur essendo stato indicato dalla commissione anti-corruzione come uno dei maggiori responsabili. Se il losco traffico non fosse stato fermato, i già gravi danni inflitti al ecosistema del Paese sarebbero diventato catastrofiche, irreparabili.

Nel 2012 un uomo d’affari americano, in una lettera aperta al popolo della Sierra Leone, racconta altre malefatte del vicepresidente. Lo accusa di aver percepito ingenti somme di denaro e di essersi appropriato di container di abbigliamento. Ma non solo. Sam-Sumana avrebbe trafugato attrezzature per avviare miniere per l’estrazione di diamanti nel distretto di Kono. Il materiale sarebbe stato impiegato invece per costruire strade e altre infrastrutture nel suo distretto e ciò gli avrebbe permesso di guadagnare consensi e fiducia dalla popolazione, necessari per la realizzazione delle sue ambizioni politiche. Nella lettera le accuse sono state estese anche al presidente, in quanto parte del denaro, si parla di milioni di dollari, sarebbe stato utilizzato per la sua campagna elettorale del 2007.

Con l’inizio dell’epidemia di ebola, che ha colpito così duramente il Paese, il vicepresidente, il cui incarico comprende anche quello della sicurezza nazionale, ha costituito l’”Ebola crisis response strategy” per contrastare l’espandersi del virus. Ma l’incarico gli è stato tolto poco dopo dal presidente, che ha voluto occuparsi lui stesso della questione ebola. Ora i suoi avversari insinuano che abbia sperperato il denaro raccolto per tale scopo e di non essere stato in grado far fronte in modo adeguato al terribile virus killer, che ha e sta ancora flagellando il Paese. Insomma manca una rendicontazione ufficiale.

Tangenti, corruzione, giochi di potere sono al centro della politica della Sierra Leone, uno dei Paesi più poveri al mondo, con il sottosuolo di minerali, in particolare di diamanti, dove la mortalità infantile è tra le più elevate del pianeta e dove si continua a morire di ebola. E come capo della “crisis response strategy” nazionale, il presidente Ernest Bai Koroma ha ordinato un nuovo coprifuoco di tre giorni dalle 06.00 del 27 alle 18.00 del 29 marzo 2015 per evitare l’espandersi del virus. E aggiunge: “Nel nostro Paese il male ha falciato la vita di oltre 3700 persone, l’economia è stata fortemente colpita. Entro il 12 aprile 2015 il virus deve essere sconfitto”.

Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes

Nella foto in alto l’ex vicepresidente Samuel Sam-Sumana

Sierra Leone, il vicepresidente, in quarantena per ebola, chiede asilo politico nell’ambasciata USA
http://www.africa-express.info/2015/03/16/sierra-leone-il-vicepresidente-quarantena-per-ebola-si-rifugia-nellambasciata-usa/

Ebola colpisce ancora: il vicepresidente della Sierra Leone in quarantena
http://www.africa-express.info/2015/03/02/ebola-colpisce-ancora-il-vicepresidente-della-sierra-leone-quarantena/

Sierra Leone, il presidente destituisce il vicepresidente. Ebola continua il suo cammino
http://www.africa-express.info/2015/03/19/sierra-leone-il-presidente-destituisce-il-vicepresidente-ebola-continua-il-suo-cammino/

maxalb

Corrispondente dall'Africa, dove ho visitato quasi tutti i Paesi

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