Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 10 marzo 2015
Il 22 febbraio scorso si è svolto il secondo turno delle elezioni nelle Isole Comore. I risultati sono stati resi pubblici solo pochi giorni fa, il 6 marzo, dalla Corte Costituzionale dello Stato insulare, che si trova nell’estremità settentrionale del Canale del Mozambico, nell’Oceano Indiano. Ha vinto, anche se di poco, il partito all’opposizione JUWA (Sole). http://www.africa-express.info/2015/02/21/comore-si-vota-per-eleggere-il-parlamento-una-situazione-politica-sempre-piu-instabile/
Solo dopo aver esaminato i vari ricorsi, presentati da alcuni candidati e dopo un’attenta valutazione, l’organo preposto ha potuto rilasciare i risultati definitivi.
Non sarà facile per il presidente, Ikililou Dhoinine, del partito UPCD (Union pour le développement des Comores, prima al potere e ora passato all’opposizione), traghettare il suo governo fino alle prossime presidenziali del 2016. Mohamed Ali Soilih, ministro delle finanze, aveva già espresso le sue preoccupazioni prima che si andasse alle urne: “Sarà difficile portare a termine questa legislatura, figuriamoci con una maggioranza dell’opposizione”.
La legge prevede tre consiglieri per ogni isola, scelti dai partiti che hanno ottenuto la maggioranza. Juwa ha fatto l’en plein a Anjouan, aggiudicandosi tre consiglieri e un consigliere per ognuna delle altre due isole, dunque complessivamente cinque.
Il 23 febbraio 2015, durante una conferenza stampa, Jean Omer Beriziky, capo degli osservatori dell’Unione Africana (UA), si è complimentato con le autorità, sottolineando che rispetto al primo turno lo scrutinio è stato molto più veloce, opinione condivisa da Abdellatif Abid, a capo della missione della Lega degli Stati arabi. Il bilancio è stato positivo. Le elezioni si sono svolte in modo trasparente e in un clima sereno.
Cornelia I. Toelgyes
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