Speciale per Africa ExPress Cornelia I. Toelgyes Quartu Sant’Elena, 27 febbraio 2015 Le forti piogge cadute incessantemente dal 14 febbraio hanno provocato inondazioni catastrofiche, smottamenti del terreno e frane, uccidendo 14 persone nel centro-est e nord-est del Madagascar. Gli sfollati sono 24.000 mila. Hanno perso tutto o quasi 40.000 persone. Nell’agglomerato di Antananarivo, la capitale, la situazione si è aggravata negli ultimi giorni, dopo la rottura della diga di Sisaony. La maggior parte della città è senza corrente elettrica. Da otto giorni vige lo stato di massima allerta in tutta la zona. Secondo l’ufficio nazionale di gestione dei rischi e delle catastrofi (BNGRC), il grave bilancio è ancora provvisorio. Nella sola capitale gli sfollati sono oltre 19.000. Ottomila cinquecento ettari di coltivazioni di riso si sono allagate, distrutte 600 case. Per le prossime 48 ore sono previste ancora forti precipitazioni. Altri 22 comuni sono a rischio alluvioni e frane; non si esclude che la popolazione debba essere evacuata. La maggior parte della città non dispone di in sistema fognario adeguato, praticamente inesistente nelle zone periferiche, dove le case sono state costruite selvaggiamente, senza alcun piano urbanistico. Tra l’altro nel novembre scorso è scoppiata un’epidemia di peste bubbonica che non tende a fermarsi. http://www.africa-express.info/2015/02/03/non-si-ferma-madagascar-lepidemia-di-peste-bubbonica/ Per far fronte ad una tale emergenza, la Croce Rossa locale ha messo a disposizione tutti i suoi operatori e volontari. Sono stati allestiti 80 ripari di fortuna per gli sfollati, inoltre scuole, chiese, palestre sono state requisite per ospitare temporaneamente coloro che hanno dovuto abbandonare le proprie case nelle aeree a rischio. Il primo ministro Jean Ravelonarivo ha visitato ieri mattina, 27 febbraio 2015, i territori colpiti. Le operazioni di soccorso saranno intensificate nei prossimi giorni.
Cornelia I. Toelgyes
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