Speciale Africa-ExPress
Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 21 febbraio 2015
Secondo turno delle elezioni legislative nelle Isole Comore domani. Al vaglio degli elettori i due partiti principali: Juwa (sole, opposizione) quello di Ahmed Abdallah Mohamed Sambi (il precedente presidente della confederazione), e UPCD (Union pour le développement des Comores), quello al potere, dell’attuale capo dello Statp, Ikililou Dhoinine. Tre deputati sono già stati eletti al primo turno. Due nell’isola di Mohéli. del partito al potere, un altro sull’Isola Grande Comore, dell’opposizione Juwa. Inoltre si eleggeranno i sindaci, per la prima volta a suffragio universale.
La prima tornata elettorale ha avuto luogo il 25 gennaio scorso e, secondo gli osservatori de la Commission Électorale Nationale Indépendante (CENI), si è svolta in modo regolare e pacifico. La commissione ha elogiato la forte determinazione di tutti partiti di voler combattere la corruzione e l’utilizzo di beni pubblici a fini elettorali. L’affluenza alle urne è stata leggermente al di sopra del 60 percento.
Per questa seconda giornata, il presidente dell’Unione africana (UA) Nkosazana Dlamini-Zuma, ha autorizzato l’invio di osservatori, capeggiati da Jean Omer Beriziky, l’ex presidente del governo di transizione del Mozambico. Il team è arrivato nel Paese il 17 febbraio 2015 e ci resterà fino al 27 febbraio per controllare sia il periodo pre sia il post elettorale.
Il risultato di queste elezioni sarà indicativo per le presidenziali, che si svolgeranno nel 2016.
L’ex-presidente Sambi, “l’uomo dal turbante verde”, come viene chiamato qui, spera di ritornare al potere. I suoi avversari lo accusano di “giocare con il fuoco” e di andare contro l’unità nazionale e la Costituzione. Il potente ministro delle finanze, Mohamed Ali Soilihi, che potrebbe essere anche uno dei suoi maggiori avversari l’anno venturo, è molto preoccupato della situazione politica che potrebbe dover affrontare nel caso dovesse trovarsi in parlamento una maggioranza del partito Juwa. “Sarà difficile portare a termine questa legislatura, figuriamoci con una maggioranza dell’opposizione”.
Il risultato delle elezioni sono attese per martedì o mercoledì, salvo ricorsi.
Non è facile votare nelle isole Comore. Bisogna presentarsi alle urne in Sahri (le donne) e il djallabia e il kofie (la cuffietta tonda sul capo), gli uomini. Tutti gli iscritti devono votare due volte: scegliere il proprio deputato e il rappresentante insulare; inoltre indichare anche la preferenza per il consigliere municipale.
La Repubblica Federale islamica delle isole delle Comore è uno Stato insulare che si trova nell’estremità settentrionale del Canale del Mozambico, nell’Oceano Indiano. E’ composto da tre isole, Grandi Comore, Mohéli e Anjouan, che hanno ottenuto l’indipendenza dalla Francia nel 1975. La quarta isola, Mayotte, ha sempre rifiutato di far parte della Repubblica Federale Islamica ed è rimasta fedele alla Francia, cioè territorio d’oltremare.
La stabilità politica delle Comore è fragile. Dal giorno dell’indipendenza ad oggi ci sono stati una ventina di tentati colpi di Stato. Il più famoso quello del 1975, poche settimane dopo l’indipendenza. I golpisti, che rovesciarono il presidente Ahmed Abdallah, erano assistiti dai mercenari guidati dal colonnello francese Bob Denard. Dal 1997 al 2001 le isole Mohéli e Anjouan si erano separate dalla Grande Comore, dove si trova anche la capitale Moroni. Solo grazie all’intervento della comunità internazionale e alla promessa di una nuova costituzione che garantisse larga autonomia, le tre isole si sono ricongiunte in una confederazione.
Gli abitanti vivono in un paradiso terreste ma sono tra i più poveri del mondo. L’economia si basa sull’esportazione di chiodi di garofano, vaniglia e qualche altra spezia profumata. Nell’arcipelago si sopravvive grazie alle rimesse di parenti e amici che lavorano in Francia o in Mozambico.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
Nella foto il leader islamico Abdallah Sambi arringa la folla a un comizio
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