Dal Nostro Inviato Speciale
Massimo A. Alberizzi
Nairobi, 17 febbraio 2015
La maggior parte dei kenioti dallo scorso week end non vede più la televisione. Il governo ha deciso di rendere operativa la migrazione dall’analgico al digitale con il risultato che la maggior parte delle stazioni televisive private ha dovuto interrompere le trasmissioni. Continuano regolarmente con i loro programmi la Kenyan Broadcasting Corporation (KBC, come la Rai gestita dalla politica e quindi con poco prestigio e autorevolezza) e K24 (canale all news appartenente alla famiglia del presidente Uhuru Kenyatta).
Hanno visto invece i loro impianti smantellati e confiscati dalla polizia sabato notte la Kenya Television Network (KTN del gruppo editoriale Standard), la Nation TV e la QTV (del gruppo Nation appartenente all’Aga Khan, la seconda trasmette in swahili) e la Citizen TV. Oltre 200 tra giornalisti e operatori, rischiano così di perdere il postondilavoro, vittime di un braccio di ferro tra gruppi editoriali da una parte e l’autorità delle comunicazioni che ha deciso di bloccare tutte le trasmissioni in analogico.
In realtà in Kenya esistono due piattaforme che potrebbero trasmettere in digitale e sono a disposizione delle stazioni che lo chiedono. Una appartiene al governo la Signet e la PANG, Pan African Network Group di proprietà cinese.
La sensazione è che la cocciutaggine con cui si è impedito di prorogare il termine di tre mesi per la migrazione, nasconda la precisa volontà di mettere il bavaglio alla stampa e soprattutto alle televisioni private molto critiche con il governo del presidente Kenyatta. Kenyatta, per altro ha evitato in questi giorni di prendere una posizione sulla vicenda e di giocare quel ruolo di arbitro che gli è stato chiesto da più parti.
Oggi in Kenya chi vuole avere notizie non controllate dal governo deve abbonarsi alla pay tv satellitare che trasmette canali di prestigio come BBC, Al Jazeera, CNN o France 24, i cui canone è spesso proibitivo. Sul satellite si trova anche un canale RAI (RAI Italia) assolutamente anacronistico già che ha una programmazione fatta di vecchi filmati che pochi italiani guardano con interesse.
Massimo A. Alberizzi
massimo.alberizzi@gmail.com
twitter @malberizzi
Nella foto lo studio vuoto di Nation TV ieri
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