Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 23 gennaio 2015
In un breve comunicato stampa il ministro degli affari esteri francese, Laurent Fabius, ha dichiarato “E’ stata liberata Thérèse Claudia Priest, operatrice umanitaria di 67 anni, sequestrata il 19 gennaio 2014 dagli anti-balaka (prevalentemente cristiani) nella Repubblica Centrafricana” (http://www.africa-express.info/2015/01/20/cristiani-anti-balaka-rapiscono-una-francese-nelle-repubblica-centrafrican/)
La signora Priest è giunta nella ex-colonia francese il 6 gennaio. Lavorava per l’organizzazione Codis
(Coordination diocésaine de la santé) come educatrice specializzata. Fabius ha scambiato due parole con lei al telefono dopo la sua liberazione. Sta bene, il suo stato di salute è ottimo.
Con lei è stato rapito un suo collega centrafricano, mentre martedì 20 gennaio 2015, un’impiegata dell’ONU è stata presa in ostaggio per alcune ore dalle milizie armate cristiane. E’ stata poi consegnata ai caschi blu di MINUSCA (missione ONU nella Rep. centrafricana) all’entrata del quartiere Boy-Rabe (nord-est di Bangui, la capitale del Paese), una delle roccaforti degli anti-balaka. La sua liberazione è stata confermata dal portavoce dell’ONU di New York, Stephane Dujarric.
I rapimenti fanno seguito all’arresto di un capo dei ribelli, Rodrigue Ngaïbona, chiamato “général Andjilo”, accusato di feroci violenze e ritenuto tra i responsabili della strage di musulmani il 5 dicembre 2013. I militari di MINUSCA lo hanno catturato a Bouca (si trova nel nord-ovest ), domenica 18 gennaio scorso.
Nella Repubblica centrafricana si consuma una guerra terribile, in solitudine. Pochi al mondo ne parlano, eppure solo pochi giorni fa l’ONU ha dichiarato: siamo quasi al genocidio (http://www.africa-express.info/2015/01/12/lonu-centrafrica-siamo-quasi-al-genocidio-occorre-fermare-la-mattanza/).
Il segretario generale dell’ONU Ban-ki moon ha visitato questo Paese così martoriato nella primavera dello scosso anno, per far sentire meno soli i suoi abitanti. Aveva promesso l’invio delle truppe ONU, giunte nella Repubblica a metà settembre, con il compito di assistere il governo di transizione alle prossime elezioni, previste per l’autunno del 2015, per disarmare le milizie anti-balaka e Séléka, per ridare fiducia nelle Istituzioni e ripristinare lo Stato di diritto. Un iter faticoso, di non facile attuazione.
Ora è prevista la visita del Papa, come lui stesso ha dichiarato in una conferenza stampa durante il suo viaggio di ritorno dalle Filippine: “Vorrei visitare l’Africa: la Repubblica Centrafricana e l’Uganda, possibilmente prima della fine di quest’anno”.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
Lontano dagli occhi dei media infuria la guerra nella Repubblica Centrafricana
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