Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 21 gennaio 2015
Ebola ha rallentato la sua corsa, ma l’angoscia tra la popolazione dell’Africa Occidentale è ancora grande. Tre preti della Chiesa battista sono stati picchiati e tenuti in ostaggio dagli abitanti a Kabac, un villaggio della Guinea che stavano visitando per disinfettare le latrine. Sono stati presi per “untori”, cioè, come racconta Alessandro Manzoni nei Promessi Sposi, per coloro accusati di diffondere il virus. La paura, mescolata alle superstizioni, ha avuto una parte importante nella diffusione del virus.
Secondo l’ultimo rapporto dell’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS), stilato il 14 gennaio 2015, il virus ebola sta rallentando la sua corsa. Nei tre Paesi maggiormente colpiti (Guinea, Liberia e Sierra leone), si registrano molto meno casi, i morti sono decisamente diminuiti. In poco più di un anno la peggiore epidemia di ebola mai vista ha ucciso 8429 persone. I casi registrati ufficialmente sono 21.296.
Durante un aggiornamento informale in occasione della seduta dell’assemblea ONU del 20 gennaio 2015, Ban Ki-moon ha espresso un cauto ottimismo, ma, ha precisato: “Non bisogna assolutamente abbassare la guardia. Ci sono ancora focolai attivi, specialmente in Sierra Leone, nella parte occidentale del Paese. Unendo i nostri sforzi – la comunità internazionale, i leader delle Nazioni colpite dal micidiale, invisibile killer e i capi locali – abbiamo ottenuto dei risultati, ma non è ancora il momento di cantare vittoria. La strada è ancora lunga”.
Ora Guinea, Sierra Leone e Liberia sono autosufficienti per curare i pazienti colpiti da ebola, dispongono di reparti di isolamento sufficienti e sono in grado di monitorare dall’84 al 99 per cento delle persone venute in contatto con il virus. I laboratori mobili possono effettuare in poco tempo i test dell’ebola. Le comunità locali hanno imparato a effettuare funerali e tumulazioni sicure, senza rischio di contagio per i parenti del congiunto.
“Sono molto positivo”, ha dichiarato Jim Yong Kim, presidente della Banca mondiale. Ha poi aggiunto: “Non dobbiamo abbassare la guardia finché i casi ebola saranno uguali a zero ”.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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