Ondata di attentati in Mali: attaccate le basi dell’ONU

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Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 19 gennaio 2015

Un commando di terroristi islamici sabato sera ha attaccato la base del corpo di pace nel nord del Mali. Un militare del Ciad è stato ucciso a un checkpoint a un chilometro dalla base di Kidal, quando un kamikaze ha fatto esplodere la sua macchina, altri cinque sono stati feriti, secondo il portavoce di MINUSMA (United Nations Multidimensional Integrated Stabilization Mission in Mali), il corpo multinazionale è presente nel Paese dal 2013. Ha sostenuto il governo di transizione e, dopo le elezioni, il mandato dei caschi blu è stato rinnovato dal Consiglio di Sicurezza nel giugno 2014 per proteggere la popolazione civile e per assicurare sicurezza e stabilità.

MilizianiUna seconda vettura è esplosa davanti ad una delle entrate della base MINUSMA, provocando molti danni materiali. Alcuni testimoni hanno riferito ai reporter di Reuters di aver sentito una serie di spari per una decina di minuti, seguiti da una forte esplosione. Arnauld Akodjenou, vice comandante del corpo di pace ONU ha dichiarato: “Qui si tratta di veri e propri atti criminali. I responsabili devono essere perseguiti legalmente”.

Sempre venerdì un gruppo  di uomini armati è entrato a Tenenkou, ingaggiando un’accesa battaglia con i soldati. Secondo fonti militari e civili durante gli scontri sarebbero morti tre uomini.

Un abitante di Tenenkou, che ha chiesto di mantenere l’anonimato, ha dichiarato: “Ci siamo svegliati all’alba per i colpi di arma da fuoco e perché abbiamo sentito gridare “Allahou Akbar”!”

Ora la città è nuovamente sotto il controllo delle forze regolari. I soldati hanno perquisito alcune abitazioni e hanno effettuato controlli a tappeto, alla ricerca di eventuali infiltrati. La popolazione è sotto choc, teme altre incursioni di bande armate.

Nel campo di Almoustrat, i soldati maliani non dormono da giorni. Temono di essere il prossimo bersaglio dei miliziani del MNLA (Movimento Nazionale di Liberazione dell’Azawad) dai quali sono stati attaccati nel novembre scorso. Allora furono uccisi due soldati e altri quattro furono feriti. Già allora il governo aveva fatto capire che la responsabilità potrebbe essere attribuita a firmatari dell’accordo del cessate il fuoco del 23 maggio 2014 (mentre a luglio 2014, ad Algeri, fu siglata una Dichiarazione che pone fine alle ostilità).

In un comunicato governativo si legge”Il governo del Mali condanna con veemenza i continui attacchi. Non vengono rispettati gli accordi presi dai vari gruppi armati”. Questa nuova ondata di violenze coincide con la data dell’anniversario della ribellione, vale a dire il 17 gennaio 2012.

soldato a KidalIl Paese è piombato nel totale caos nel 2012, dopo un colpo di stato militare nella capitale Bamako, nel sud del paese.  Ribelli Tuareg e gruppi di Al-Qaeda si erano impossessati delle regioni settentrionali e erano scese verso il mezzogiorno. Nel gennaio del  2013 le truppe francesi erano intervenute, bloccando l’avanzata e respingendo gli insorti. Da quando la missione di pace dell’ONU MINUSMA ha preso il comando delle operazioni, Parigi ha ridotto le sue truppe, supportate anche da militari africani, da 5000 a 1000 uomini.

Dal canto suo anche il MNLA, tramite la sua pagina facebook,  esprime il suo rammarico per la morte del soldato del Ciad del contingente di pace ONU e prende le distanze da questo attacco, anzi sottolinea di essere contraria ad ogni forma di terrorismo. http://mnlamov.net/

 

Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
twitter: @cotoelgyes

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