Speciale per Africa ExPress
Blessing Akele
Benin City (Nigeria), 7 gennaio 2015
(2 – fine)
Nella prima puntata dell’inchiesta sulla democrazia in Nigeria,
intitolata “Il caos del Biko Haram, le presidenziali e il rischio colpo di Stato”,
Blessing Akele ha affrontato i problemi provocati
dalla legge elettorale e dalle agenzie federali che sovrintendono allo svolgimento delle votazioni.
Trovate la prima puntata qui:
Insomma, in Nigeria tutte le regole elettorali sono fatte per porre ostacoli alla concreta partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica e impedire che qualcuno possa mettere i bastoni tra le ruote del governo centrale.
UN SISTEMA CORROTTO FINO AL MIDOLLO
Il sistema bi-partitico nigeriano (PDP, APC) è essenzialmente corrotto, anche grazie alla considerevole quantità di denaro che – secondo la legge – i candidati possono spendere per le proprie campagne elettorali: i pretendenti alla presidenza della repubblica un miliardo di naira, chi mira all’incarico di governatore non più di 200 milioni di naira, i deputati e senatori federali al massimo 40 milioni, i candidati alle assemblee statali non più di 20 milioni.
RISULTATI ELETTORALI ADDOMESTICATI
La democrazia sostanziale, quindi, in Nigeria è ben lontana da essere attuata. Con tutti gli ostacoli che vengono frapposti e la negazione dei principi basilari, un suo reale esercizio è di fatto interdetto alla stragrande maggioranza della popolazione. La società civile ricorda spesso che una riforma della legge elettorale 2010 è necessaria e urgente perché tutti sanno che le attuali norme sono un imbroglio conclamato, non garantiscono affatto un processo di elezione credibile e servono solo a sabotare il voto popolare e quindi l’interesse economico e sociale collettivo.
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I risultati elettorali addomesticati, poi hanno fornito all’esercito la scusa di intervenire nella vita politica del Paese con colpi di Stato continui, com’è accaduto nel 1983. Anche le elezioni organizzate dall’ex generale Babangida nel 1992, hanno generato la crisi istituzionale che ha quasi fatto a pezzi la nazione. Il timore di un altro golpe militare non è quindi assolutamente peregrino, vista l’attuale situazione del Paese. Da una parte il terrorismo dei Boko Haram, dall’altro la comunità musulmana che rivendica la presidenza e infine i cristiani del sud che non hanno nessuna intenzione di cederla. Le elezioni, previste tra aprile e maggio 2015 (l’INEC deve ancora precisare la data) possono fare da detonatore a questa bomba che non aspetta altro che essere innescata.
In verità, i primi assaggi dei danni che i feudatari politici nigeriani possono provocare sono già arrivati e sono stati ben descritti nell’articolo del collega Cornelia I. Toelgyes, dal titolo: “Nigeria, si avvicinano le elezioni presidenziali e si infittisce l’ondata di attentati” pubblicato in data 2 dicembre 2014. http://www.africa-express.info/2014/12/02/nigeria-si-avvicinano-le-elezioni-presidenziali-e-si-infittisce-londata-di-attentati/. Le prossime settimane saranno cruciali per capire dove andrà a finire il gigante d’Africa.
Blessing Akele
twitter @BlessingAkele
blessing.akele@yahoo.com
(2 – fine)
#BringBackOurGirls
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