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Angola la mannaia del regime sui migranti. Caccia all’uomo: arrestati centinaia di stranieri

Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 25 dicembre 2014

E’ caccia all’uomo, al migrante, allo straniero, in particolare nel quartiere Hoji Ya Henda, a Luanda, la capitale dell’Angola. Lo scorso fine settimana la polizia, in collaborazione con altre forze dell’ordine, ha controllato 2161 persone, 884 sono stati arrestate. I più provengono dall’Africa occidentale, in galera sono finiti anche 300 cinesi, poi rilasciati rapidamente dopo l’intervento della loro ambasciata. Sembra che solo trenta si trovino ancora in stato di fermo, nel centro per immigrati illegali di Trinita.

La stampa locale riporta poche notizie dettagliate. Si sa che tra gli arrestati ci sono anche 300 gambiani. Chi non è finito nelle mani delle forze dell’ordine vive ora nel terrore, ha paura di uscire di casa. Un testimone oculare che vuole mantenere l’anonimato, ha riferito ai reporter di France 24: “Domenica ho visto molti poliziotti nel mio quartiere e un fuggi fuggi di stranieri. Molti si sono nascosti presso vicini di casa angolani che li hanno protetti. Tanti sono stati caricati sulle jeep della polizia. Tutti i piccoli negozietti del quartiere che qui chiamiamo “cantinas”, che per lo più vengono gestiti da stranieri,  sono stati chiusi”.

Altri arresti sono stati effettuati davanti alla moschea, dopo la preghiera del venerdì, frequentata praticamente solo da immigrati musulmani; la maggior parte della popolazione angolana è cristiana.
Le celle del centro di detenzione sono ora sovraffollate. Uomini e donne vi sono stipate insieme, altri sono sotto il sole nel cortile, perché all’interno non c’è più posto. Il cibo scarseggia: a Trinita viene “servito” un solo pasto al giorno. Spesso vengono picchiati dalle guardie; gli stranieri non sono ben visti in Angola.

In un comunicato stampa il Ministero dell’interno dell’Angola avvisa i suoi cittadini: “Ogni angolano che incoraggia l’immigrazione illegale, che trasporta immigrati nel Paese, sarà punito secondo le leggi vigenti. Si chiede la massima collaborazione dei cittadini nel denunciare casi che riguardano migranti illegali. Chi non è in regola, sarà espulso dal Paese, rimpatriato”.

Sembra proprio che il presidente Edoardo dos Santos si è dimenticato quando era povero ed in esilio  (http://www.africa-express.info/2013/12/02/angola-si-stringono-le-maglie-del-regime-il-presidente-dos-santos-si-e-scordato-di-quandera-povero-e-esilio/). Allora lottava per la libertà, ora il denaro, quello delle multinazionali che estraggono il petrolio dal sottosuolo angolano e che versano le royalty direttamente nei suoi conti in banca.

Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
Twitter: @cotoelgyes

maxalb

Corrispondente dall'Africa, dove ho visitato quasi tutti i Paesi

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