Speciale Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 23 dicembre 2014
Libreville, la capitale del Gabon, sabato scorso è stata devastata da violenti scontri tra i dimostranti e la polizia. Secondo i reporter dell’Agence France Presse (AFP) , la manifestazione, indetta dai partititi dell’opposizione, è stata vietata dal ministro dell’interno dell’ex-colonia francese, Guy Bertrand Mapangou.
Centinaia di persone sono scese in piazza sabato 20 dicembre, nel popolare quartiere di Rio della capitale, per protestare contro il presidente Ali Bongo Ondimba.
In un comunicato stampa rilasciato dal Fronte dell’Opposizione per l’Alternanza (una coalizione di partiti) si legge: “Bongo ha mobilizzato unità speciali della gendarmeria e della polizia contro chi manifestava pacificamente. Tre persone sono state uccise. Molti i feriti e gli arrestati”.
In un altro comunicato, il ministro dell’interno ha dichiarato: “Ci sono molti feriti tra le forze dell’ordine, i manifestanti hanno danneggiato negozi e autovetture. Abbiamo arrestato un centinaio di persone, 90 gabonesi e dieci stranieri. Alcuni erano in possesso di coltelli, altri di taniche di benzina. C’era anche chi era sotto l’effetto di droghe”.
Secondo la Procura della Repubblica del Gabon, un giovane studente di 30 anni è stato ucciso, le circostanze non sono state rese note. Il medico legale ha precisato che è deceduto a causa di una ferita alla gola, causata da un oggetto contundente e non da una pallottola.
Abdoulaye Bathily, rappresentante speciale del segretario dell’ONU e capo dell’ufficio dell’ONU per l’Africa Centrale (UNOCA), ha espresso preoccupazione per la morte del manifestante a Libreville. “Ciò che è successo sabato scorso – ha spiegato – è frutto della mancanza di dialogo tra le parti politiche. Una maggiore apertura del governo verso tutte le componenti è indispensabile. E’ fuori discussione che per lo sviluppo economico e sociale il Paese necessita di una democrazia sostenibile”.
Gli incidenti si sono verificati a causa del crescente tensione politica e sociale nel Paese, specie dopo la pubblicazione del libro “Nouvelles affaires africaines”, del giornalista francese Pierre Péan le cui dichiarazioni hanno fatto infuriare la popolazione. Nel suo libro Péan afferma che l’attuale presidente abbia falsificato la sua data di nascita e i suoi diplomi. L’opposizione aveva esposto denuncia per la falsificazione dei documenti di stato civile alla Procura della Repubblica, denuncia che è stata respinta proprio la scorsa settimana.
L’attuale presidente Ali Bongo Ondimba, è stato eletto nel 2009 con il 42 percento delle preferenze. E’ succeduto al padre, morto, pochi giorni prima, Omar Bongo, che ha tenuto in mano lo “scettro” del Paese per oltre quarant’anni, dal 1967 fino alla sua dipartita. Una stessa famiglia che regna da quasi cinquant’anni.
Il Gabon è ricoperto per l’85 percento di foreste dove vivono tra 50 e 70 mila scimpanzé, 45 mila gorilla e 60 mila elefanti che abitano i 13 parchi nazionali. Il Paese conta poco meno di un milione e mezzo di abitanti. E’ forse uno degli Stati più “ricchi” dell’Africa: il reddito pro capite è di 18.000 dollari l’anno. L’economia è essenzialmente basata sul petrolio e l’esportazione di legname, anche se la maggior parte dei proventi dall’estrazione del petrolio va in tasca alle multinazionali e a poche famiglie plutocrati.
Cornelia I. Toelgyes
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