Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
15 dicembre 2014
Un anno fa i medici scoprono il primo caso di ebola di questa ondata dell’epidemia. Emile Ouamouno, un bimbo di appena due anni muore a Meliandou, in Guinea, al confine tra la Sierra Leone e la Liberia. Durante la breve durata della malattia (si scoprirà poco dopo che si trattava del terribile virus), vengono infettate, con esito letale, altre persone. Nel giro di poco tempo il virus oltrepassa i confini.
In questi giorni è stato individuato un caso sospetto anche in Guinea Bissau. Un uomo, arrivato dalla vicina Guinea, ha attraversato il confine a Fula Mori. Ha poi preso un mezzo pubblico per recarsi a Gabu, capoluogo e regione della Guinea Bissau, ma è stato arrestato dalla polizia. Dall’agosto sorso il governo ha chiuso i confini con la vicina Guinea proprio per evitare la diffusione del virus. La caposala del piccolo ospedale di Buruntuma, vicino a Gabu, , Gilda Helena De Almeida Vieira, ha spiegato: “L’uomo è stato accompagnato da noi. Aveva una febbre altissima. Altre otto persone si trovano in isolamento, perché sono venute in contatto con lui”. Si attendono le analisi del sangue dell’uomo per capire se effettivamente ha contratto l’ebola.
La situazione dettagliata dell’ebola, aggiornata dall’OMS al 10 dicembre 2014, è la seguente:
casi infetti decedutiGuinea: 2292 1428 |
Liberia: 7719 3177 |
Sierra Leone: 7897 1768 |
U.S.A 4 1 |
Mali : 8 6 |
Nigeria : 20 8 |
Senegal : 1 0 |
Spagna : 1 0 |
Sempre secondo l’OMS, il 13 novembre 2014 i morti accertati sono stati 5260, dunque in poco meno di un mese oltre mille persone sono state uccise da virus killer. In Liberia ci sono stati pochi nuovi casi nelle ultime settimane. La malattia è ancora in leggera crescita in Guinea, mentre preoccupante in Sierra Leone, dove si sono registrati 400 nuovi casi.
Oggi è stato aperto un ospedale militare da campo britannico, cofinanziato da diversi Stati. Lo staff medico e paramedico sarà composto prevalentemente da australiani e neozelandesi oltre che da personale locale. La nuova struttura è predisposta per cento posti letto e sarà attiva da stasera con i primi cinque posti letto. Con il tempo saranno attivati gradualmente anche gli altri. Il centro si trova vicino Freetown, la capitale. Il ministro per gli affari esteri australiano, Julie Bishop ha annunciato che il suo Paese ha stanziato un nuovo finanziamento di 5 milioni per il centro; 20 milioni sono già stati erogati precedentemente.
Migliorano, invece, le condizioni del medico italiano di Emergency, evacuato dalla Sierra Leone, dove ha contratto il virus ebola e ricoverato dal 25 novembre 2014 in un reparto di isolamento dell’istituto .Spallanzani di Roma. La prognosi rimane ancora riservata, anche se respira autonomamente ed interagisce con gli operatori sanitari.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
twitter: @cotoelgyes
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