Speciale per Africa-Express
Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 8 dicembre 2014
Il candidato del South West African People’s Organization (SWAPO), partito al potere da quando la Namibia ha ottenuto l’indipendenza dal Sud Africa nel 1990, ha trionfato nuovamente in questo ultimo round elettorale. Hage Gengob, il primo ministro uscente, è stato eletto presidente della Namibia, battendo senza problemi ben otto rivali. SWAPO si è aggiudicato anche le elezioni parlamentari con oltre l’80 percento dei voti. Il presidente uscente, Hifikepunye Pohamba, ha occupato questa posizione per due mandati, il massimo consentito dalla Costituzione.
Gengob si è aggiudicato il 87 percento dei voti, mentre al secondo posto si è piazzato McHenry Venaani, del partito Democratic Turnhalle Alliance (DTA) con solo il 5 percento. Al parlamento i “rivali” dello SWAPO si sono aggiudicati il 4,8 percento (DTA) e il 3,5 percento il partito Rally for Democracy and Progress (RDP). Secondo la commissione elettorale l’affluenza alle urne è stata del 71,8 percento degli aventi diritto al voto.
Gengob è un insegnante, laureatosi all’Università di Fordham, un istituto cattolico gestito da gesuiti a New York, in Belle Arti, ha conseguito successivamente un master in Relazioni Internazionali alla New School for Social Research di New York. E’ stato primo ministro per ben 12 anni, per 4 ministro del commercio e dell’industria. Nel 2012 è diventato nuovamente primo ministro del suo Paese. Da pochi giorni è stato dichiarato presidente della Namibia.
Osservatori dell’Unione Africana hanno confermato che le elezioni si sono svolte in modo pacifico e corretto.
La Namibia conta 2,2 milioni di abitanti. E’ ricchissima di diamanti, che vengono estratti dalla NAMDEB Diamond Corp., una joint-ventures tra il governo, l’Anglo American Plc (AAL) e la De Beers, la più grande compagnia di diamanti al mondo. E’ il quinto produttore di uranio al mondo. Ha molte miniere di zinco e oro. Pesca, agricolture e turismo sono in forte espansione. SWAPO afferma di aver ridotto in modo incisivo la disoccupazione e spera che entro il 2030 la Namibia possa far parte della rosa dei Paesi industrializzati.
E’ ritenuto un Paese stabile dagli analisti, anche se poco prima delle elezioni SWAPO è stato accusato di espropri abusivi dagli avversari.
Cornelia I. Toelgyes
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