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Nigeria, si avvicinano le elezioni presidenziali e si infittisce l’ondata di attentati

Speciale per Africa-Express
Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 2 dicembre 2014

L’agenda dei sanguinari Boko Haram s’infittisce sempre di più: non passa giorno che non spargano terrore e morte. Verso la metà di novembre, Lamido Sanusi, il neo-eletto emiro di Kano, nel nord del Paese, uno dei più influenti leader religiosi della Nigeria, ha sollecitato i fedeli, dopo un raduno di preghiera, di difendersi da soli contro i terroristi islamici. Naturalmente la risposta a una tale provocazione non si è fatta attendere: venerdì scorso, 28 novembre, sono state fatte esplodere tre bombe alla moschea di Kano.

Come se ciò non bastasse, uomini armati hanno sparato contro la folla in fuga. L’emiro, il cui palazzo è a pochi passi dalla moschea, non si trovava nel Paese al momento dell’attentato. Secondo alcuni giornali era in visita in Arabia Saudita. L’attacco ha causato oltre cento morti e innumerevoli feriti. Per ora non è stato rivendicato da nessun gruppo, ma è ovvio che porta l’impronta dei militanti della setta islamista jihadista.

Sabato, all’imbrunire, una trentina di militanti di Boko Haram, in sella alle loro moto, è entrata a Shani (nello Stato del Borno, nel nord-est della Nigeria), lanciando bombe contro le case e sparando su chi stava tentando di fuggire. Moltissime persone sono state barbaramente ammazzate.

Infine, altri due attentati il 1° dicembre. Il primo a Maiduguri, capitale dello Stato del Borno. Due ragazzine, poco più che adolescenti, si sono fatte esplodere vicino al mercato della città. Sono state ammazzate cinque persone e ferite una decina. Il 25 novembre un attacco simile, sempre al mercato di Maiduguri, ha ucciso 78 persone. Attacchi del genere sono molto frequenti nelle ultime settimane. Chi sono le kamikaze-bambine?  Potrebbero essere state scelte e addestrate tra le studentesse rapite lo scorso aprile dalla scuola di Chibok? Oltre duecento sono ancora in mano ai loro rapitori, i Boko Haram, appunto.

Il secondo attentato a Damaturo, capitale dello Stato di Yobe. Alle cinque del mattino la popolazione si è svegliata al suono delle pallottole. Uomini armati hanno sparato contro la base della polizia antisommossa della città, infine ha preso d’assalto una scuola elementare e l’università.  E’ bene non dimenticare il significato delle parole Boko Haram: “L’educazione occidentale è peccato”.

In un comunicato, rilasciato il 29 novembre 2014, Il segretario generale dell’ONU, Ban-Ki moon ha condannato fermamente l’assalto alla moschea di Kano ed espresso il suo cordoglio alle famiglie delle vittime. Ha sottolineato il sostegno dell’ONU nel combattere il terrorismo in Nigeria.

Domenica scorsa, durante un comizio politico a Enugu, l’aspirante presidente del partito ora all’opposizione, All Progressives Congress, (APC), Muhammadu Buhari, ha chiesto di non colpevolizzare i militari nigeriani per i continui attacchi dei Boko Haram. Il prossimo anno in Nigeria si vota. Tutti i soldati si lamentano di essere mal equipaggiati, rispetto ai milioni e milioni di euro che vengono spesi per fronteggiare il terrorismo. Buhari, è un generale in pensione, ex-presidente della Nigeria, autore del colpo di Stato che lo portò al potere il 31 dicembre 1983 e rovesciato a sua volta con un altro golpe il 27 agosto 1985 da Ibrahim Babangida. Durante il comizio un altro membro del partito, Chris Eze, anche lui un generale in pensione, ha ricordato che durante la presidenza di Buhari furono annientati i membri della setta islamica estremista Maitatsine.

Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
twitter:@cotelgyes
Nella foto in basso l’emiro di Kano

maxalb

Corrispondente dall'Africa, dove ho visitato quasi tutti i Paesi

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