Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 27 novembre 2014
Il governo di Khartoum ha ordinato la chiusura immediata dell’ufficio per i Diritti umani di UNAMID (acronimo inglese per United Nations Africa union Mission in Darfur). Non sarebbe in linea con gli accordi firmati con il governo sudanese. UNAMID conferma di aver ricevuto una richiesta in tal senso da parte del governo sudanese il 23 novembre 2014. Nel febbraio scorso il Sudan aveva chiesto alla Croce Rossa di interrompere la sua attività nel Paese.
Dal canto suo UNAMID scrive sul suo sito web: “Il nostro ufficio per i diritti umani contribuisce a proteggere i civili , denunciando gli abusi. Il nostro compito consiste principalmente nel combattere la violenza contro le donne”.
Al-Azrag ha dichiarato: “Siamo in possesso di documenti che provano la colpevolezza di violenze attuate da membri del corpo di Pace; noi non siamo mai potuti intervenire, perché sono protetti dall’immunità diplomatica. Conducono tutti una vita lussuosa e dal consistente budget messo a disposizione non è stato mai speso nulla per infrastrutture nel Darfur. In un memorandum ho chiesto di preparare un piano per il loro ritiro”.
Infine al-Azreag ha precisato che il procuratore speciale per il Darfur (nominato dal governo) non ha trovato prove che le ragazze di Talbit siano state stuprate. “Ci sono delle organizzazioni che inducono le donne a rilasciare false testimonianze. C’è stata una telefonata in video-conferenza fatto da uno Stato confinante con le donne di Talbit”, ha aggiunto il sottosegretario.
Il quartier generale di UNAMID conferma di aver ricevuto una richiesta verbale dal governo sudanese il 22 novembre 2014 di preparare un piano per lasciare gradualmente il Darfur.
Tale richiesta è stata inoltrata proprio pochi giorni dopo che il governo sudanese non ha autorizzato un secondo sopralluogo al corpo di pace nel villaggio di Talbit, dove è avvenuto lo stupro di massa il 9 novembre 2014, cui sono accusati soldati sudanesi. Secondo l’AFP, un rapporto interno di UNAMID spiega che soldati sudanesi avrebbero intimiditi gli abitanti del villaggio durante la loro vista il 9 novembre 2014.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
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