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Dossier Nigeria 5 – Boko Haram non è guerra di religione. In palio c’è il petrolio

Speciale per Africa ExPress
Blessing Akele
Benin City (Nigeria), 23 ottobre 2014

Il presidente nigeriano Goodluck Jonathan, immediatamente dopo il rapimento delle ragazze di Chibok  ha espresso svariate dichiarazioni di cordoglio di circostanza. Poi è rimasto in silenzio. I primi di maggio durante la trattativa Pentagono sì, Pentagono, no, ha parlato di nuovo per richiamare il ministro di Difesa sulle dichiarazioni avventate che avrebbero potuto mettere a rischio le indagini dei servizi di sicurezza coinvolti. Il 27 giugno Jonathan si è recato per la prima volta nel Borno State poi, a Chibok.

REPRESSIONE CONTRO I GIORNALI

Poco prima del 27 giugno, constatato il silenzio persistente e ingiustificato del presidente, i giornali locali con vari articoli hanno insinuato debolezza e smarrimento delle autorità. Hanno così rincarato la dose di critiche verso i militari. La ritorsione è stata immediata: i quotidiani “colpevoli” di “lesa maestà” . come ad esempio il Vanguard o il Nation,  sono stati bloccati e non hanno potuto distribuire le loro copie. I militari hanno fisicamente impedito per giorni e giorni, la distribuzione di quei giornali in alcuni Stati strategici i cui cittadini hanno vissuto quel black-out totale di notizie. In Nigeria è riapparso lo spettro dell’orrore del regime Militare.

LE ASSICURAZIONI FALSE DELL’ESERCITO

La Nigeria non è l’Italia e tanto meno l’Europa, dove si possono trovare facilmente le informazioni su internet. Qui non solo la corrente elettrica va via, ma la diffusione dei computer è assai modesta, per non parlare delle connessioni alla rete.

Le autorità della Nigeria democratica che spiegazioni hanno offerto? I vertici dell’esercito hanno arrogantemente risposto all’indignazione della stampa e dei giornalisti dichiarando con un falso candore che “le Forze Armate” rispettano la libertà di stampa quale momento indispensabile nella lotta per contrastare le operazioni di “insorgenza” (insorgenza è il termine ufficiale in Nigeria) del gruppo Boko Haram e del complessivo sviluppo delle credenziali democratiche del Paese. Pertanto, l’Esercito non infrangerebbe deliberatamente e senza motivo le regole che governano la libertà di stampa”. Una sappiamo che cosa quella dichiarazione significhi esattamente ma io la interpreto così: “Quando riteniamo che sia il caso, censuriamo per il bene del Paese e per il consolidamento della democrazia”.

La libertà di espressione e il diritto all’informazione in Nigeria non sono concetti normalmente apprezzati: infatti, non fanno parte del bagaglio culturale di un nigeriano medio. Questa volta però, i militari hanno svuotato di significato due principi essenziali che sono alla base di una società democratica: il diritto dei cittadini ad essere informati e il dovere dei giornalisti di informare.

CHI FORAGGIA IL GRUPPO DI TERRORE?

Come accade sempre in questui casi, ci sono diverse tesi da diversi fonti. Considerate le ingenti risorse finanziarie necessarie per realizzare le operazioni di Boko Haram, la logistica, gli uomini di azione e le armi, la domanda è d’obbligo: chi paga? All’interno del Paese alcune fonti sostengono che tale quantità di denaro non può che provenire dall’estero. Tutto è possibile, naturalmente, ma la Nigeria con i milioni di dollari provenienti dall’estrazione del petrolio, dispone di quell’enorme somma necessaria a gestire un gruppo come Boko Haram.

I media tendono ad addossare la colpa delle atrocità commesse dai terroristi di Boko Haram alla religione. Questa spiegazione vale forse per altri jihadisti, specie mediorientali. Per la Nigeria non è così.

E’ vero, certamente, che, all’apparenza, si tratta di una guerra di religione, che i militanti nei video urlano “Allah Akbar”, che utilizzano le bandiere nere del fondamentalismo, che Boko Haram significa “l’educazione occidentale è peccato”. Ma questi sono tutti comportamenti che servono a irretire i giovani e trasformarli in fanatici guerriglieri. Non è invece questa la vera matrice del gruppo.

GLI INTRECCI CON LA POLITICA

A sud come a nord
una parte nutrita di politici, di militari-politici, di militari-militari sono campioni nell’arte del manovrare le menti e cooptare le coscienze. Ci sanno fare. Sono tre gruppi di persone potentissimi. A nord, grandi amici di imam e alhaji (titolo onorifico islamico che si ottiene dopo il pellegrinaggio a La Mecca, ndr), a sud sono grandi amici dei pastori e reverendi cristiani eccellentissimi. A sud i pastori sono ingordi. A nord gli imam sono insaziabili. In Nigeria i pastori volano in jet personali, vivono in dimore (notare non case) sontuose da nababbi che fanno impallidire quelle di quanti si considerano ricchi in Italia. Gli imam fanno meno sfoggio della loro agiatezza; il denaro gli serve per altro. Nigeriana è una delle donne più ricche del mondo. Tutto questo nella miseria nera della maggioranza dei nigeriani. Quasi 90 percento della popolazione vive sotto la soglia di povertà.

In Nigeria i politici sono i padroni del Paese: gestiscono il patrimonio immobiliare e quello mobiliare della nazione, ma non nel suo interesse, piuttosto per proprio beneficio. I partiti (soprattutto i due grossi, PDP, People’s Democratic Party, e APC, All Progressives Congress) servono interessi privati e non la Nigeria. I boss controllano una larga parte dei dipendenti della pubblica amministrazione, i cui posti vengono distribuiti non con criteri di professionalità e competenza ma di lealtà e amicizia.

DENARO AI RELIGIOSI

I politici trasferiscono fior di quattrini ai rispettivi pastori e imam. Quest’ultimi sono a diretto contatto con il popolo che foraggiano e indirizzano secondo i desideri dei politici che – verrebbe da dire – sono i “terroristi invisibili”. Non vorrei attirarmi accuse di “lesa maestà”, giacché, ho appena spiegato, i militari sono anche politici. In Nigeria i politici possono e sono praticamente tutto, come Dio. Infatti, come Dio danno e tolgono la vita.

Sostenere che il fenomeno dei Boko Haram sia determinato da un rigurgito di fondamentalismo islamico con obiettivi religiosi è sbagliato. Non c’è traccia di scontro tra culture religiose, cristiani contro i musulmani. Semmai, i musulmani stanno decimando i propri correligionari nelle loro zone del Nordest del Paese, assieme ai malcapitati non-hausa, cristiani. Boko Haram è squisitamente uno strumento di feroce lotta politica e di potere. Quei potenti gruppi politici-militari-economici del Nord stanno tentando di condizionare le elezioni presidenziali previste per il 2015.

UN PRESIDENTE CRISTIANO

Il presidente attuale, Goodluck Jonathan, cristiano, intende ricandidarsi. I musulmano non vogliono perché vorrebbero un loro uomo. I ruolo di Boko Haram è quello di dimostrare che il Paese nelle mani di un cristiano è ingovernabile e quindi occorre affidarlo a un fedele di Allah. Ovviamente non è una questione di fede ma di controllo delle risorse e dei rapporti inconfessabili per gestirle.

Non bisogna sottovalutare comunque l’abilità e la capacità di reazione dei nigeriani e la forza del governo federale di distruggere i terroristi di Boko Haram, come già fatto nel 1968 con i guerriglieri Ibo del Biafra e nel 2009 con i ribelli del MEND (Movement for the Emancipation of the Niger Delta). Certamente la Nigeria ha bisogno dell’assistenza, discussa, partecipata e accettata – non certo imposta – degli alleati occidentali. Ma occorre rendersi conto che i veri e antichi incubi di Nigeria restano, ad avviso di chi scrive, la corruzione e il malgoverno. Se il governo federale intervenisse concretamente in questi campi, sparirebbe d’incanto Boko Haram, ora e per sempre.

Blessing Akele
(5 – continua)
#BringBackOurGirls

Nelle foto distruzione dopo gli attentati e militanti di Boko Haram. Nell’ultima Goodluck Jonathan

La prima puntata del Dossier Nigeria
Boko Haram: una minaccia che viene da lontano
http://www.africa-express.info/2014/09/15/dossier-nigeria-1boko-haram-un-problema-che-viene-da-lontano/

La seconda puntata Dossier Nigeria
I musulmani quasi sempre al potere: il ruolo dei militari
http://www.africa-express.info/2014/09/17/dossier-nigeria-2i-musulmani-quasi-sempre-al-potere-il-ruolo-dei-militari/

La terza puntata Dossier Nigeria
Complicità ad alto livello, ecco la forza dei Boko Haram
http://www.africa-express.info/?p=6226&preview=true

La quarta puntata Dossier Nigeria
Sulle ragazze rapite i militari mentono e non vogliono l’aiuto americano
http://www.africa-express.info/2014/10/12/dossier-nigeria-4-militari-non-vogliono-laiuto-degli-americaniper-cercare-le-ragazze-rapite-e-dicono-bugie/

maxalb

Corrispondente dall'Africa, dove ho visitato quasi tutti i Paesi

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