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Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 17 ottobre 2014
John Kamara, originario della Sierra Leone, centrocampista del PAS Lamia (football club greco) non può allenarsi con la sua squadra per due, tre settimane. L’ordine viene dall’alto: dal ministro alla sanità ellenico, Adonis Georgiadis. Kamara ha trascorso le ultime settimane in Africa, dove ha giocato per i Leone Stars nell’Africa cup of nations, disputatosi nel Camerun. La Federazione calcio africana non ha permesso agli atleti di disputare la partita contro il Camerun in Sierra Leone, per via dell’ebola. Sempre per questa ragione, cioè il pericolo del virus, è ora costretto a queste lunghe vacanze fuori programma. Il calciatore dichiara di non essere ritornato in patria da oltre un anno e che in Camerun non ci sono casi di ammalati.
L’ebola è anche questo. S’infila minacciosamente ovunque, condiziona non solo il così flagellato continente africano. E’ diventato un “nemico” importante in tutto il mondo, “invisibile, che fa paura a chiunque.
Christopher Stokes di Médecins sans Frontières (MSF) ha dichiarato: “Ebola è ancora completamente fuori qualsiasi controllo. Ed è ridicolo che gli operatori sanitari delle organizzazioni caritatevoli abbiano dovuto sopportare il peso delle cure di questa epidemia nei Paesi maggiormente affetti, vale a dire Guinea, Sierra Leone e Liberia”.
In Senegal non si sono registrati nuovi casi. Il Paese, secondo quanto dichiarato dall’OMS è “libero dall’ebola”, ma sarà ugualmente monitorato in modo particolare anche in futuro, vista la sua particolare posizione geografica, particolarmente vulnerabile. Il virus, infatti, potrebbe essere facilmente essere “importato”.
In Nigeria sono stati registrati 20 casi, con 8 decessi. In Spagna una persona infetta. Nella Repubblica Democratica del Congo si è presentato un altro ceppo del virus: gli ammalati sono 69, i morti 49. Negli USA 3 contagiati, di cui uno fatale.
I numeri di ebola fanno impressione: 9191 le persone infette, 4546 i morti. Cifre importanti, che tendono a crescere di giorno in giorno. Queste sono i dati ufficiali, casi di ebola registrati dall’Organizzazione mondiale della sanità, quanti siano gli ammalati e morti effettivi causati dal temibile virus non è dato di sapere.
I ministri della Salute dell’UE (erano presenti anche quello svizzero e norvegese), durante una riunione informale tenutasi a Bruxelles il 16 ottobre 2014, hanno convenuto di aumentare i controlli agli aeroporti dei voli provenienti dai Paesi maggiormente colpiti dall’ebola in Africa occidentale (Guinea, Liberia e Sierra Leone).
Durante una conferenza stampa, il commissario Tonio Borg e il ministro Beatrice Lorenzin, hanno precisato: “Il rischio ebola rimane basso in Europa, ma non bisogna abbassare la guardia e effettuare controlli più attenti per chi arriva dai Paesi maggiormente colpiti dal terribile virus “.
Cornelia I. Toelgyes
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