Speciale per Africa ExPress
Blessing Akele
Lagos, 15 settembre 2014
Il 14 gennaio 2014, la Nigeria ha celebrato il centenario della sua nascita, unita nell’indivisibilità. A partecipare all’evento, assai significativo, c’erano oltre 158 tra Capi di Stato, Primi Ministri e delegati provenienti da ogni dove, dall’Occidente all’Oriente. Tra gli intervenuti il presidente della Repubblica Francese, Françoise Hollande, che ha proposto la consueta dichiarazione di pace, lunga vita all’unità della Repubblica Federale di Nigeria, fratellanza e, soprattutto, ha promesso supporto (e si è capito di intelligence e logistica militare), nella lotta contro i terroristi di Boko Haram, che da qualche anno attanagliano il Paese.
PROTETTORATO INGLESE
La Nigeria è nata cent’anni fa dall’unificazione dei protettorati inglesi del Sud e del Nord di quella vasta regione dell’Africa sub-Sahariana, decisa dell’allora regina del Regno Unito, Vittoria (Victoria in inglese). Fu nominato quale amministratore generale coloniale dei possedimenti e dei sudditi, Fedrick Lugard (insignito del titolo di Lord). Ancora oggi nel Comune di Eti-Osa, Lagos, il quartiere chiamato Victoria Island, è la prova tangibile del perdurante legame politico, economico e culturale della Nigeria con l’Inghilterra.
Naturalmente, oltre al quartiere, c’è il primo e potente strumento della lingua inglese che, di fatto, è la lingua ufficiale della Nigeria. A seguire ci sono le tre lingue nazionali: Yoruba, Igbo e Hausa, le tre etnie maggioritarie nel Paese.
IL PETROLIO
E’ del 1954 la scoperta di greggio nel sottosuolo del Paese e precisamente nel sud. Dopo il successo dell’unificazione, gli inglesi sono rimasti nella loro colonia fino al primo ottobre 1960, data della proclamazione dell’Independenza. Tre anni dopo, il primo ottobre 1963, la Nigeria è diventa una repubblica federale nell’ambito del Commonwealth. E’ membro delle Nazioni Unite, dell’Unione Africana e dell’ECOWAS (Economic Community Of West African States); è associata all’Unione Europea e alleato strategico degli Stati Uniti. Potente partner economico e amico della Repubblica Popolare Cinese.
Il 31 dicembre 1983, con l’ennesimo colpo di Stato, il generale Mohammadu Buhari con i suoi, s’impadronisce di nuovo del potere ponendo fine all’esperienza di governo civile presieduto dal Alhaji Shehu Shagari, succeduto ad Obasanjo. In questi inizi anni Ottanta di turbolenze militari in Nigeria, lo stesso generale Obasanjo viene imprigionato, per il tempo necessario a “non nuocere”.
Buhari, a sua volta nel 1985, viene deposto dal generale Ibrahim Babangida. Il 26 agosto 1993 , Babangida viene costretto alle dimissioni e passa la mano a un governo di transizione presieduto da un civile. I sogni dei nigeriani per un ritorno a un governo civile e democratico vengono stroncali dopo meno di 90 giorni. Il 17 novembre 1993 altro colpo di Stato del generale Sani Abacha.
KEN SARO-WIWA
Abacha inizialmente affida il potere supremo a un Consiglio provvisorio composto da militari e civili, ma dal 27 settembre del 1994, allontana i civili e lascia nel Consiglio solo i militari.
Vengono arrestati il leader Ken Saro Wiwa ed altri 9 attivisti di ogboni. Tutti impiccati. Immediatamente, il mondo scopre così (guarda caso) che in Nigeria regna un regime militare oppressivo. I governi europei tutti s’indignano, gli Stati Uniti pure e come sempre, minacciano sanzioni economiche, cancellazione dagli organismi politici di cui la Nigeria è membro (come fanno ora con la Russia, per intenderci), proprio come se quelle sanzioni allora solo minacciate, se fossero state applicate avrebbero giovato ai poveri e traumatizzati nigeriani.
UNA TERZA OCCASIONE
Si apre in questo modo, la terza occasione per un governo civile e democratico in Nigeria. Questa volta a pronunciarsi a favore di una società civile, governata democraticamente attraverso elezioni politiche universali, sono i generali dell’esercito che studiano un percorso di transizione, con un governo che resterà in carica due anni (dal 1997 al 1999), per mettere a punto una costituzione federale. Lo presiede l’ex generale Abubakar Abdulsalami.
1999. Come preannunciato dai miliari, la Nigeria è democratica e con una nuova Carta Fondamentale, redatta sulla falsariga di quella degli Stati Uniti d’America. Tutti i giornali del mondo ne parlano: Economist, Time, Le Figaro, uno di questi mette sulla copertina la fotografia dell’artefice, il generale Abudulsalami, la televisione cinese, CCTV, la BBC, la CNN. Tutti i media dedicano spazi per rilevare il fatto storico.
LA VENDETTA DEGLI YORUBA
Ma chi emerge dalle consultazioni elettorali politiche della nuova Nigeria democratica? L’ex generale e ex presidente ai tempi militari degli anni settanta, Olusegun Obasanjo, yoruba, etnia a maggioranza cristiana del sud del Paese. Glu yoruba volevano fortemente quella poltrona, una sorta di vendetta contro chi era stato al potere o vicino al potere per decenni.
E’ bene fare un’osservazione: tutti i generali che hanno retto le redini della cosa pubblica nigeriana (lo si osserva dai nomi) sono di etnia hausa, salvo proprio il generale Obasanjo, che appare nel contesto come una mosca bianca. L’unico Yoruba in circa quarant’anni di regimi e capi di Stato militari hausa.
Blessing Akele
(1 – continua)
La seconda puntata Dossier Nigeria
I musulmani quasi sempre al potere: il ruolo dei militari
http://www.africa-express.info/2014/09/17/dossier-nigeria-2i-musulmani-quasi-sempre-al-potere-il-ruolo-dei-militari/
La terza puntata Dossier Nigeria
complicità ad alto livello, ecco la forza dei Boko Haram
http://www.africa-express.info/?p=6226&preview=true
Nelle foto:dopo un tramonto e una piattaforma, un quadro che rappresenta la regina Vittoria, una stampa con gli inglesi in Nigeria, Ken Saro Wiwa e Olusegun Obasanjo
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