Antonio Mazzeo
9 settembre 2014
Senza eccessivi clamori, il governo italiano sta per concludere la consegna di dodici pattugliatori alle forze armate della Tunisia, nel quadro dell’accordo intergovernativo “per la sicurezza del Mediterraneo e la prevenzione dei traffici illeciti”, sottoscritto dai due Paesi nell’aprile 2011. Secondo il testo dell’accordo, le unità saranno impiegate nel controllo delle acque territoriali tunisine e per “contrastare il fenomeno dell’immigrazione clandestina proveniente dal nord Africa”.
Altri due P270 giungeranno in Tunisia a ottobre, mentre nel febbraio 2015 si completerà la consegna delle restanti unità. I pattugliatori operano dal porto di La Goulette, a Biserta.
I P270 e P350 sono unità navali specializzate in compiti di sorveglianza marittima, pattugliamento delle coste e oceanico, “intercettazione e combattimento a fuoco”. La motovedetta P270TN è lunga 27 metri, larga 7,20 e ha un dislocamento di 90 tonnellate; il sistema di propulsione assicura una velocità massima di 35 nodi e un range di 500 miglia marittime.
L’unità ha in dotazione un radar “Simrad” in banda X da 25 kW e uno solid-state “Spery Marine” da 100 kW; un apparato elettro-ottico; un sistema a copertura mondiale per il soccorso e la sicurezza in mare (GMDSS) per distanze fino a 20/30 miglia dalla costa. Gli apparati sono stati realizzati dalla società AlmavivA. L’equipaggio autorizzato è di 14 membri, mentre il costo di ogni singolo pattugliatore P270TN è di 8 milioni di euro circa.
Nell’ambito dell’accordo bilaterale con la Tunisia, nel maggio 2011, l’Italia ha fornito alla Guardia Nazionale del paese nordafricano quattro motovedette Classe 700 “Carabinieri”, prodotte a Gaeta dai Cantieri Navali del Golfo, di 18 tonnellate di dislocamento. Altre due imbarcazioni Classe 500, 13 sistemi radar di pattugliamento e 38 motori marini sono stati consegnati alla Tunisia tra il 2009 e il 2011.
Nello stesso periodo, l’Italia ha infine sostenuto finanziariamente la manutenzione di sette pattugliatori da 17 metri e di 8 motovedette classe “Squalo”/P58. Come ricorda la ricercatrice Martina Tazzioli di Storie Migranti, nell’aprile 2013, tramite l’allora ministra dell’Interno Cancellieri, l’Italia consegnò alla Tunisia anche alcuni fuoristrada da impiegare per contrastare e bloccare le partenze dei migranti.
Il 12 giugno 2014, era stata la ministra Roberta Pinotti a raggiungere Tunisi per un vertice con il Primo ministro Mehdi Jomaa e il ministro della Difesa Ghazi Jribi. “Il consolidamento dei rapporti di cooperazione bilaterale tra Italia e Tunisia e il rafforzamento del controllo dei flussi migratori e della stabilità e della sicurezza nel Mediterraneo sono stati i temi al centro dell’incontro”, riporta il comunicato emesso dal Ministero della Difesa italiano.
“L’incontro è servito anche a sensibilizzare la controparte circa l’urgenza di sottoscrivere un MoU Difesa rinnovato (la cui negoziazione è già stata avviata all’inizio dell’anno) che andrà a sostituire la Convenzione del 1991 non più adatta alle rinnovate ed incrementate forme di cooperazione. Sono state pianificate infine una serie di iniziative di formazione e previste esercitazioni congiunte in diversi ambiti”.
“Le imbarcazioni – ha aggiunto Walles – consentiranno alla Tunisia di controllare meglio la sua zona economica esclusiva e il flusso del traffico marittimo tra il Nord Africa e l’Europa. Il Comando delle forze armate Usa per il continente africano US AFRICOM, sta inoltre sviluppando una serie di mezzi per assistere le forze armate tunisine, compresa la condivisione delle informazioni, l’espansione delle attività di addestramento e la fornitura di equipaggiamento avanzato”.
Il Dipartimento di Stato ha approvato inoltre la vendita alla Tunisia di dodici elicotteri da combattimento Sikorsky UH-60M “Black Hawk”, più apparecchiature e supporto tecnico-logistico, per un valore complessivo di 700 milioni di dollari. I velivoli saranno armati con razzi a guida laser, missili “Hellfire” e cannoni da 7.62 mm.
“Il trasferimento di questi elicotteri rafforzerà la capacità delle forze armate tunisine a contrastare le minacce regionali, consentendo migliori capacità di pattugliamento delle frontiere e rapidità di reazione e intervento alle unità aeree e terrestri nelle operazioni anti-terrorismo”, ha spiegato il portavoce del governo Usa. L’aeronautica militare tunisina ha pure ordinato due aerei da trasporto C-130J-30 “Super Hercules”, di produzione Lockheed Martin. Ad oggi, nessuno Stato africano è in possesso di questo velivolo da guerra.
Antonio Mazzeo
a_mazzeo@yahoo.com
Nelle foto: in alto il cantiere Vittoria, i due pattugliatori P350 e P270, un elicottero Sikorsky UH-60M “Black Hawk” e un Hercules.
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