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Burundi, il massacro delle tre suore italiane

Nostro Servizio Particolare
Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 8 settembre 2014

Sono tre le suore italiane violentate e poi uccise barbaramente in Burundi. Le prime due, Lucia Pulici di 75 anni e Olga Raschietti di 83, sono state assassinate ieri, intorno alle 17.00 nella parrocchia  Guido Maria Conforti di Kamenge, un comune che si trova nella periferia di Bujumbura, la capitale del Burundi, mentre la terza suora, Bernardetta Boggian, 79 anni, è stata ammazzata alle due di questa notte.

Le religiose appartenevano alla  congregazione delle Missionarie di Maria, conosciute anche come “Missionarie Saveriane “,  una famiglia missionaria, sorta a Parma nel 1945 che costituisce  il ramo femminile dell’Istituto dei Missionari Saveriani, fondato nel 1895 dal vescovo Beato Guido Maria Conforti. I saveriani sono presenti nel Burundi da oltre cinquant’anni. Il loro scopo è quello di rafforzare il tessuto sociale dei più poveri e la convivenza tra etnie diverse.

Secondo una prima ricostruzione dei fatti, l’assassino (ancora non si sa se si tratta di uno o più assassini)  sarebbe penetrato nella parrocchia, mentre veniva celebrata la Messa della sera. Suor Lucia si trovava nel salone, mentre suor Olga, la più anziana, stava riposando nella sua camera.  Testimoni oculari hanno riferito di aver visto un giovane entrare nella parrocchia nel pomeriggio.

Mario Pulcini, superiore dei saveriani  in Burundi ha dichiarato questa mattina  a Misna: “Verso le 16.00 di domenica pomeriggio suor Bernardetta e suor Mercedes sono venute nel mio ufficio molto preoccupate, perché all’interno della casa non c’erano segni di vita. Era tutto chiuso, le tende tirate. Mentre Lucia e Olga sono rimaste a casa, Mercedes e Bernardetta si sono recate all’aeroporto della capitale per ricevere le consorelle che proprio ieri sono tornate da un soggiorno in Italia.

Una fonte vicina alla parrocchia riferisce che le sorelle sono state dapprima violentate, poi sgozzate. La notizia della violenza è stata poi smentita, come, per altro quella della decapitazione di suor Bernadetta.

Le salme sono state trasportate nell’obitorio dell’ospedale Roi Khaled della capitale dopo l’arrivo delle autorità ecclesiastiche, del sindaco di Kamenge, Damien Baseka e del portavoce aggiunto della polizia, Pierre Nkurikiye.

La parrocchia è stata immediatamente circondata da agenti della polizia e da soldati, come riferiscono dei testimoni oculari. La loro presenza non ha impedito però all’assassino (o agli assassini) di penetrare nuovamente all’interno della residenza delle suore verso le due di questa notte e di violentare e uccidere la terza vittima, suor Bernadetta di 79 anni. Si è sentita al sicuro, vista la presenza delle forze dell’ordine all’esterno dell’edificio: la sua camera, l’unica, non è stata chiusa a chiave.

Già nel 2011 furono uccisi un cooperante italiano e una suora croata in una missione a Ngozi, nel nord del Burundi.

Un Paese dove la “pace” è stata raggiunta solo pochi anni fa, dopo una  terribile e violenta guerra civile  causata dalla rivalità tra le due etnie Hutu e Tutsi  L’estenuante conflitto è durato oltre un decennio ed è terminato ufficialmente nel 2005,  con l’ascesa al potere dell’attuale presidente  Nukurunziza, anche se  le Forces nationales de libération (FNL) , una delle fazioni coinvolte nel conflitto, hanno rinunciato all’uso delle armi solamente il 18 aprile 2009.  Durante gli undici anni del conflitto interno hanno perso la vita oltre 300.000 persone.

Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
twitter: @cotoelgyes

Nelle foto: in altro suor Olga, in basso suor Bernardetta

maxalb

Corrispondente dall'Africa, dove ho visitato quasi tutti i Paesi

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